Piacevole salita in compagnia, interrotta anticipatamente per rischio maltempo
Mi sveglio di soprassalto,
ho dormito molto ma molto più del previsto e rischio di arrivare tardi
all’appuntamento per affrontare la salita a quello che si ritiene essere un
esempio di tecnologia applicata alla montagna e di sguardo nel futuro: il
Bivacco Gervasutti!
Gli zaini erano
pronti, già dal weekend precedente, non per questa ma per quella che avrebbe
dovuto essere una salita molto strutturata e sognata da tempo, anche da anni,
ma il meteo ha deciso che la salita obiettivo dovrà essere ancora posticipata e
contro il meteo non c’è discorso che tenga.
Dal fondo della Val
Ferret, esattamente da Lavachey, si sale sparati direzione Gervasutti, beh
diciamo che per qualche minuto le chiacchiere hanno preso il sopravvento e, una
volta lasciata la strada che sale verso Arpnouva, siamo andati un po’ fuori
rotta: cosa non difficile vista la scarsità di persone che transitano su quel
percorso che è tutt’altro che marcato, ma non mal segnato.
Sentiero comunque
netto con direzione inequivocabile, ma con vari passaggi dalla destra alla
sinistra idrografica del torrente che scende dal ghiacciaio del Freboudze.
Bellissima corda blu (canapone) installata di recente a creare il primo dei due
tratti attrezzati. Si sale in agilità e con elevata sicurezza. Attraversamento
di una lingua di ghiaccio che porta dopo lungo “sfasciume” al secondo tratto
attrezzato subito prima del Bivacco.
Ma qui il cambio di
meteo era ormai imminente e allora abbiamo deciso di tornare a Valle.
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