Max Marta ha intevistato per noi durante la Lavaredo Ultra Trail la grande Fernanda Maciel. Che ci racconta come si fa a macinare tanti chilometri senza perdere la concentrazione e senza mollare mai.
– Ciao Fernanda, benvenuta a Cortina!
“Grazie… In realtà sono qui già da un po’ di giorni. Ad allenarmi sul percorso della LUT. L’altro giorno ho fatto la parte che va da Malga Ra Stua a Col Gallina (dal 75km al 95Km). Poi ieri la parte da Col Gallina fino all’arrivo. Anche se conosco già il percorso, ho voluto allenarmi sull’ultima parte di questo tracciato perché amo correre su queste montagne”.
– Fernanda, hai vinto già la LUT nel 2011 e sei arrivata seconda nel 2012: deduco che ti piace particolarmente questa gara…
“Io amo la LUT: sì! Purtroppo non sono riuscita ad essere qui l’anno scorso perché in contemporanea c’era il World Championship a Chamonix. Ma mi piace davvero tantissimo questa gara: per cui sono felicissima di essere di nuovo qui quest’anno!”
– Che cosa ti affascina di più della LUT?
“Quando corro la LUT, quando mi alleno tra queste montagne, mi guardo in giro e penso: è semplicemente bellissimo! Correre e ammirare le tre Cime di Lavaredo, il Passo Giau. Beh! che panorama stupendo! E poi i cieli delle Dolomiti, quella luce speciale che circonda queste montagne è qualcosa di unico al mondo. Sono così grata a tutti di poter essere qui. E’ davvero un grande regalo poter essere qui”.
– Quando corri un ultra Trail cosa fai per mantenerti concentrata?
“Anche se correre è una cosa che mi riempie di gioia, non ti posso negare che anch’io ogni tanto penso “ma chi me l’ha fatto fare?”. Il freddo di notte, i piedi bagnati: sì! È inevitabile avere dei pensieri negativi quando si corre. E’ per questo che oltre ad allenare il fisico dedico grande attenzione ad allenare anche la mente. Se ci pensi quasi il 99% dei pensieri che abbiamo sono negativi o sono relativi a problemi del passato o del futuro. Io alleno la mia mente ad essere sempre solo concentrata sul presente e sulla cosa che sto facendo in quel momento. Ed è così “positiva e presente” che cerco di essere per tutta la gara. Ma è certo che i pensieri negativi arrivano, così come arrivano le brutte sensazioni e i dolori: è naturale. Bisogna accettarli. Se ci pensi, la corsa può essere vista come un’evoluzione del sé, una percorso di crescita della propria persona. Così come non puoi evitare la pioggia e il brutto tempo, non puoi evitare i brutti momenti che ti possono capitare. Ma puoi allenare la tua mente a mantenersi nel presente, a cercare di avere un’energia positiva e ad avere pensieri costruttivi”.
– Fernanda, come si allena una campionessa? Tu ti dedichi solo alla corsa in montagna o fai anche altri sport?
“Dedico una grande parte del mio allenamento a migliorare la mia velocità. Ad essere onesta non è che siano i miei allenamenti preferiti: ma il Fartlek o le ripetute veloci aiutano a migliorare la propria tecnica di corsa e quindi ad incrementare la propria velocità. Purtroppo non corro sempre in montagna. Negli ultimi mesi sono stata in Brasile a casa dei miei genitori, che vivono in una grande metropoli. E mi sono dovuta allenare in una grande città con tutti i problemi che questo implica: il traffico, lo smog, la paura. Ma questa è la città dove sono nata e la amo comunque. Vedi, il punto è che devi trovare sempre qualcosa positivo mentre ti alleni”.
– E come gestisce una campionessa come te vita quotidiana e allenamenti?
“Io sono una runner, è vero. Ma sono anche una nutrizionista dello sport e una donna che lavora. Quindi spesso mi alleno la mattina presto, poi vado al lavoro. E in alcuni casi faccio un secondo allenamento nel pomeriggio. Spesso questo secondo allenamento è ciclismo su strada o stretching. Nei weekend invece mi dedico completamente alla corsa, e qui faccio le mie sessioni lunghe, 3 o 4 ore di corsa nella mia comfort zone: questo è l’allenamento che preferisco!”.
– Come nutrizionista che consigli puoi darci?
“Penso che la cosa più importante sia essere consapevoli di dove ci si trova. Mi spiego: i cinesi hanno alimenti diversi dai brasiliani, dai giapponesi o dagli italiani. E’ importante prestare sempre attenzione alla cultura del cibo del luogo in cui ci si trova: perché è così che ci si alimenta nel modo più naturale possibile. E se il tuo stomaco è felice, molto probabilmente è felice anche la tua mente! Io credo profondamente nella dieta bilanciata: mangiare un poco di tutto preferendo frutta e verdura, e poi riso e patate che sono alimenti importantissimi: ma se ti piace la carne, mangiala! Per quanto invece riguarda l’alimentazione in gare come gli ultra trail, ci sono due elementi di cui non puoi fare a meno: carboidrati e sali. I primi danno energia e io li consumo a scadenze precise: ad esempio ogni ora oppure ogni 40 minuti. Se non si rispetta questa regola, sio rischia di perdere energia senza quasi accorgersene. Durante le distanze ultra – visto che si corre per così tante ore – gel e barrette non bastano: c’è bisogno di cibo solido! Per cui è necessario integrare barrette e gel con cibo vero. Per quanto invece riguarda i sali, anche questi sono importantissimi: l’acqua da sola non basta perché bevendo solo acqua si rischia la disidratazione”.
– Come cambi la tua dieta prima di gare così lunghe?
“Io non cambio la mia dieta prima della gara: integro la mia alimentazione con maltodestrine. E cerco di preferire i carboidrati alle proteine il giorno prima della gara. Così incremento le mie riserve di energia. Ma non è un cambiamento radicale. La regola deve essere sempre mangiare in modo bilanciato. Ovvero io non faccio il carico di carboidrati come si faceva un po’ di anni fa. Perché si è capito che con il carico di carboidrati si rischia di arrivare alla gara troppo pesanti e troppo pieni d’acqua. Una buona soluzione è aumentare un poco le proteine fino a tre giorni prima della gara, e poi invece aumentare un poco i carboidrati. Ma questa variazione deve essere sempre controllata e bilanciata”.
– Qual è il tuo obiettivo del 2015?
“Quest’anno mi sento bene e ho voglia di lottare di più. Questa è la mia prima gara del circuito Ultra Trail World Tour. Poi farò la UTMB e La Diagonale des Fous. Questa non l’ho mai fatta per cui sono emozionata perché è la prima volta.
UTMB invece l’ho fatta e la conosco, per cui sono felice di tornare e godermi il Monte Bianco: è un luogo magico e speciale per me. Poi farò anche due vertical sky race: la K3 in Val Susa e il Dolomitenmann . Penso che i Vertical siano un buon allenamento, ma se devo essere onesta non li amo particolarmente. La pendenza è così forte che guardi solo per terra e non ti godi il panorama. E poi è così faticoso che non riesci a controllare il respiro: insomma una fatica tremenda. Ma è bellissimo arrivare in cima. E poi è necessario andare oltre la propria comfort zone. E’ un bene e t’insegna molte cose”.
– C’è una gara che sogni di fare?
“La Marathon des Sables e la Hardrock negli Stati Uniti”.
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