Donne veloci e
tenaci. Donne davvero straordinarie alla Rovaniemi 300. Donne capaci di
arrivare al traguardo davanti a tutti i concorrenti maschili, in una gara che
per lunghezza (315km) e per difficoltà (si corre in Lapponia in pieno inverno e
ad oggi solo 13 persone (erano sole 8 in totale per le precedenti 4 edizioni,
ovvero 2 per anno) l’hanno finita nella versione “a piedi”!) è tra le più
massacranti nell’ambito degli ultra trail artici. La prima di queste donne è
l’italiana Marta Poretti, che a Rovaniemi ha fatto una prestazione davvero
incredibile. Marta non solo è riuscita a mettere dietro di sé tutti i
concorrenti a piedi, ma anche quelli in fatbike (solo il primo e il secondo
sono riusciti a superarla!) stabilendo il nuovo record della gara 3 giorni 6
ore e 15minuti. La seconda invece è Rachel Frei, svizzera, anche lei è una
veterana delle lunghe distanze artiche ed in particolare della Rov300 . Marta e
Rachel sono arrivate prima e seconda assolute e con i loro risultati hanno
sancito quello che oramai sta diventando sempre più una realtà concreta: le
donne nelle lunghissime distanze battono sempre più spesso gli uomini!
Per quanto
riguarda la mia gara (sì sono uno di quegli uomini che è arrivato dietro alle
due ladies) devo dire che quello che mi ha stupito e che mi ha messo anche
maggiormente in difficoltà è stato il caldo e la pioggia! Prepararsi per un
artic ultra trail significa allenarsi in ambiente sempre sotto lo zero,
testando tutti i vari materiali che verranno utilizzati in condizioni di gelo
estremo. E come ricorderete dai miei precedenti report è quello che ho fatto
nei mesi scorsi https://actionmagazine.it/rovaniemi-300-arctic-race-finlandia/
, forte anche dell’esperienza del Iditarod in Alaska l’anno scorso e della
ROV150 l’anno prima. Grazie a questo lungo allenamento ero pronto ad affrontare
tutto: neve, ghiaccio, freddo oltre il 30 gradi sotto zero. E invece? Invece in
Lapponia ho toccato con mano il fatto che il riscaldamento globale non è una
leggenda metropolitana, ma una tragica e preoccupante realtà di cui dobbiamo
prendere coscienza e trovare soluzioni immediate per cercare di risolvere
questa situazione.
I primi due
giorni infatti la grande difficoltà è stata la temperatura ben sopra lo zero e
la pioggia battente hanno reso le neve molle e creato pericolosi buchi nei
lunghi tratti in cui il percorso attraversava fiumi e laghi. Spingere la slitta
è già difficile, se poi la neve diventa molle diventa una tortura perchè
bisogna spingere con tutte le proprie forze per evitare che s’impantani. Ma è
stato l’overflow in assoluto il pericolo maggiore che mi ha accompagnato in
tutta questa gara, soprattutto la notte quando la visibilità limitata rendeva
il passaggio sui laghi un vero e proprio incubo. Sentire il ghiaccio
scricchiolare e rompersi sapendo di essere imbragati ad una slitta che - a
causa della pioggia – aveva raddoppiato – e oltre – il suo peso, sapendo di
avere sotto di sé un lago profondo o un fiume è una esperienza terribile.
Per fortuna ho
fatto una lunga parte del tragitto con il concorrente tedesco Walter Hoesch, Guida
Alpina/Bergfuehrer, con cui abbiamo fatto team di fronte alle condizioni meteo
così sfavorevoli. Ci eravamo già presentati al Briefing per i pochi concorrenti
della 300km. Avevamo, a pelle, capito di avere un qualcosa che ci accomunava.
Ci eravamo scambiati poche opinioni
sulle quali eravamo in totale accordo. E poi ero felice di poter parlare
con lui in tedesco, cosa che pensavo di fare con il concorrente altoatesino che
invece non è partito. In gara, poco dopo la partenza, lasciati sfilare i
concorrenti della Rov66 e della Rov150 che avevano meno esigenze di noi di
dover centellinare le energie ci siamo subito trovati "slitta a slitta". La prima notte Walter si è
fermato a fare la pausa di due ore al km 70 mentre io ho proseguito fino al km
80, per poi ritrovarmelo accanto la mattina.
Stessa pausa di
due ore e stesso passo. Avanti affiancati fino al km140, ultimo waypoint in comune con la
Rovaniemi150 e altra pausa notturna. Insieme abbiamo lasciato sfilare i
way-point dal 9 al 12, quelli tra i quali era vietato fermarsi pena squalifica,
ovvero quelli in cui il fiume che si percorreva lambiva la cittadina di
Rovaniemi. Ha voluto lui testardamente allungare il lunghissimo terzo giorno
per raggiungere a notte fonda, ben oltre l’una del mattino una minuscola cabin in legno che ci ha accolto con il
suo "tepore", nonostante questo abbia significato allungare il
percorso di circa 1 ora perché si trovava lontano dal percorso di gara. Il
quarto giorno una forte nevicata ci ha preso nel mezzo della notte e qui sono
stato io a trovare due giacigli bordo sentiero dove abbiamo aperto i nostri
sacchi bivacco e sacchi a pelo e ci siamo riparati per 4 ore. Poi la volata
finale nei 25 km di fiume ghiacciato verso Rovaniemi, con Alex Casanovas,
l’ideatore e il direttore della gara,
che ci affianca con la sua motoslitta per scattare alcune foto!
La Rovaniemi300
(assieme le sue sorelle minori la Rov66 e Rov 150) è una gara unica nel suo
genere in Europa. Ed è davvero straordinaria per il percorso, per le difficoltà
che si devono affrontare, per il paesaggio magnifico e selvaggio. E’ un gara dura,
che richiede una grande preparazione per essere “portata a casa”. Ma
soprattutto, grazie alla dedizione e all’impegno del suo direttore, Alex
Casanovas, è perfettamente organizzata in ogni singolo dettaglio (dal briefing
iniziale all’arrivo a Rovaniemi). Grazie a lui e al suo team perché ogni anno
lavorando come dei matti creano questo evento magnifico!
Max!!!! non avrai trovato tanto freddo.....magari una birra freddissima te la offro io e mi racconterai tutto per bene! congratulazioni...hai tutta la mia stima....e pure una bella fetta di invidia. spero a presto. Andrea
RispondiEliminaah.....per quanto riguarda Marta....quella forte :-) nessuna sorpresa, ormai sono anni che ci abitua a questi risultati.
RispondiEliminaveloce davvero!!!
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