Simone Moro e Max Marta in vetta |
con Jacopo Larcher |
impegnato nella salita |
Venerdì 16 Settembre, ore 7:00: inizia il mio lungo viaggio verso Lauterbrunnen, dove si tiene il The North Face Mountain Festival 2016, una tre giorni di festa, dibattiti e tanto sport in mezzo alle alpi svizzere che ha come obiettivo quello di avvicinare le persone ad attività come il trail running, l’arrampicata, l’alpinismo, il parapendio, canyoning e molti altre.
Ore 12:00 arrivo al Camp - che è proprio un campeggio nel senso letterale del termine con una miriade di tendine colorate e gente festante con zaini in spalla - in auto da Milano passando per il Gottardo, il Sustenpass e Interlaken. Appena dopo il Sustenpass le montagne iniziano ad incutere soggezione, tanto sono alte e scure. Il Mountain Festival già dall'ingresso è emozionante: tanto che mando un messaggio gli amici in Italia "io mi sa che resto qua". Giusto il tempo di lasciare il borsone in tenda ed è ora di andare al primo evento: climbing con i mitici James Pearson, Caroline Ciavaldini e Jacopo Larcher. Ci stiamo ancora contando che inizia a piovere e nonostante il mio elegante "ecchissene" si opta per una Kletterschule (palestra di roccia) al coperto. Qui ci consegnano scarpette e harness/imbracatura e inizia il divertimento. Jacopo mi prende in consegna e inizio a salire per la parete fintanto che non mi si disintegrano i muscoli delle braccia: dal prossimo mercoledì mi sa che è meglio che vada ad allenarmi al Mountain Athletics Training a Milano : https://www.eventbrite.co.uk/e/neverstopmilano-mountain-athletics-session-3-tickets-27435730007! Poi, come mio solito, faccio il passo più lungo della gamba e chiedo a Caroline di poter salire io a fissare i moschettoni sulla parete per la sicurezza degli altri, malgrado non sia proprio un esperto di arrampicata, anzi è la prima volta che faccio la parate indooor. Mi guarda e mi chiede "sei sicuro?" E io sorrido senza rispondere! Si rassegna subito e mi fa provare ad assicurare la corda ad un moschettone con una sola mano e poi...salgo e moschettone dopo moschettone arrivo fin su: incredibile! Ce l’ho fatta! Che felicità!
La giornata prosegue con una buonissima cena nel grande tendone mensa al centro del campo e poi alle 21.00 inizia lo spettacolo della presentazione di Tamara Lunger e Simone Moro che raccontano della loro impresa sul Nanga Parabat e sono brividi sulla pelle. Per i più giovani, la nottata prosegue con la musica martellante dei dj. Mentre io decido di tornare in tenda, puntare la sveglia alle 5 e andare a dormire: per me il bello viene domani. Loro invece se la ballano per tutta la notte!
Sabato 17, ore 4:30 il secondo giorno inizia mezz’ora prima che suoni la sveglia: sono troppo emozionato e non vedo l’ora di partire! Oggi c’è l’evento più atteso: la spedizione al Walcherhorn (3685 m) con Simone Moro. Prima di partire facciamo un briefing e la verifica materiali. E poi via!! Già solo il viaggio è un esperienza meravigliosa: dalla stazione di Kleine Scheidegg parte infatti il trenino a cremagliera "Jungfraubahn" che passa dentro la montagna e ferma ogni venti minuti per permettere ai viaggiatori di affacciarsi alle finestre scavate sul fianco della montagna e che si aprono direttamente sui ghiacciai. Uno spettacolo fantastico che lascia senza parole in particolare all'Eigergletcher.
Arrivati all’imperiosa stazione dello Jungfraujoch, dove troneggia un cartello “Top of Europe” facciamo una veloce messa a punto di abbigliamento e materiali, un ulteriore briefing e finalmente si inizia a salire verso la vetta. La prima parte è in piano con panorama mozzafiato tra vette e crepacci. Poi ci si lega in tre cordate diverse, con avanti le due guide alpine Bergfuhrer locali e Simone Moro. Io mi accodo alla terza, quella di Simone, e la scelta si rivela giusta, ovviamente, visto che non mi ricapiterà più in vita mia!
Attraversiamo un ghiacciaio immenso che ricorda la Mer de Glace nel Monte Bianco e malgrado le nuvole possiamo godere di un paesaggio strepitoso. Un bellissimo traverso è la parte più tecnica della gita, con una delle guide svizzere che va avanti a scalettare per tutti aiutandosi con la sua piccozza in legno anni 50, che ci racconta essere dotazione obbligatoria per tutte le guide locali. Un ultimo strappo e poi tutti sulla vetta del Walcherhor per le foto e i filmati di rito, nonostante il vento che continua a ripulire la vetta dalla neve. Sgranocchiati i panini del pranzo al sacco gentilmente preparato e offerto dagli impeccabili organizzatori, ci si prepara per la discesa.
Parte la prima delle due cordate svizzere, poi la seconda e poi Simone Moro mi dice "vai tu!". Mi guardo attorno e capisco che dice proprio a me. Lo fisso con sguardo interrogativo. E lui spiega "Prima sei stato l'ultimo in cordata, adesso guidi tu e io chiudo". Faccio la faccia alla John Wayne rispondo con uno spavaldo OK, VADO! Cerco di dare l'impressione di essere sicuro, ma tra me e me penso "occhio Max, ti stanno guardando quelli dietro, non fare errori, cammina bene, non inciampare sui ramponi, segui le tracce!".
Dopo il primo tratto di discesa ripida, Simone rincara "ora aumenta il passo e andiamo a prendere quelli davanti". Beh questo so bene come si fa, metto gli obiettivi nel mirino, ingrano la quarta, lascio andare le gambe e stimo di chiudere il gap in due minuti. Peccato che da alcune imprecazioni che mi arrivano da dietro mi rendo conto che mi sto trascinando via i due spagnoli con le loro piccozze, zaini e ramponi! Insomma, devo rallentare se non voglio perdere pezzi della cordata.. Giunti alla fine del traverso, ricongiunti con le altre due cordate, togliamo i ramponi e restando in cordata torniamo verso la base. Che esperienza fantastica!!
Domenica 18: mi sveglio all’alba. La sera prima la festa è stata super e mentre esco dalla tenda vedo che ci sono ancora un sacco di persone che stanno ballando. Questo è l’ultimo giorno del Mountain Festival e il mio programma prevede il paragliding. Ma accidenti piove! E questo ha costretto gli organizzatori ad annullare i voli. E così - vista la divertente esperienza del primo giorno - mi aggrego ancora una volta al gruppo climbing e via di nuovo alla palestra Vertical Sport di Interlaken. In conclusione, il Mountain Festival è stato un esperienza divertente e costruttiva: ho imparato tantissimo in questi due giorni in termini di sicurezza e di tecnica di alpinismo. Purtroppo la pioggia battente ha complicato un po' le cose per atleti e organizzatori, ma sabato il sole ce lo siamo andati a cercare e a prendere in alta montagna!