sabato 20 gennaio 2018

My Road to Iditarod: -35 giorni al via: vestirsi a strati


 

35 giorni al via: la sindrome della cipolla ovvero "vestirsi a strati… Sì va bene! Ma quanti???"


Di ritorno dalla Rovaniemi150 (Artic Winter Race che si svolge a Febbraio in Lapponia) avevo coniato la definizione del "freddo multidimensionale".

Avevo spiegato che – a quelle latitudini - il freddo non può essere misurato solo in base alla temperatura, perchè il freddo in quelle condizioni diventa qualcosa di molto più complesso. Facciamo un esempio: molti di noi hanno sperimentato cosa significa stare a -20°. Generalmente questo ci è successo mentre stavamo sciando oppure mentre raggiungevamo una vetta. E tutti ci siamo accorti che la percezione del freddo aumenta col passare delle ore. Quindi oltre alla temperatura, il freddo va "misurato" anche sul tempo ovvero in base di quante ore si starà fuori: ed questa è la seconda dimensione.

Inoltre il freddo è più intenso se è notte, dopo ore senza dormire. Questo lo sanno bene gli Ultra Trailers.  Se si "salta" una notte di sonno, a parità di condizioni, si sente più freddo. Se poi se ne saltano due di notti, la percezione di un -20 gradi dopo 40 ore di esposizione… beh! vi assicuro che quel freddo non si dimentica più.
La mancanza di sonno e la notte diventano quindi la terza dimensione del freddo.
Infine non dimentichiamo altri elementi ambientali come ad esempio il vento. Sappiamo tutti che con vento forte il freddo percepito si abbassa notevolmente rispetto a quanto riporta il termometro. In sostanza quindi si può dire  la temperatura non può essere considerata una variabile "indipendente", ma va relazionata ad altri fattori (tempo di esposizione al freddo, mancanza di sonno, buio) e a variabili ambientali come il vento (in Alaska una giornata senza vento pare sia una rarità, e non sto parlando certo di vento tipo il Ponentino romano).

Detto  questo: in Alaska il prossimo 25 Febbraio vado ad affrontare una temperatura media di -40 gradi centigradi per un tempo di circa 96 ore… A voi trarre le conclusioni sul tipo di freddo che troverò!

Ma che cosa significa davvero questo  freddo e come ci si veste per una esperienza così estrema? La strategia comunemente adottata è quella che ci ha insegnato la mamma quando eravamo bimbi: ci si veste "a cipolla".  Ho valutato che di base avrò circa 7 strati mentre sono "in movimento", più 1 a portata di mano per le "pause" nel cammino cioè le pause fisiologiche e le pause per alimentarsi (visto che non ci sono ristori né tanto meno rifugi in cui potersi riparare e che per bere bisogna "farsi l'acqua" sciogliendo la neve con il fornellino).

Fatta questa introduzione, partiamo con l'illustrazione degli strati, anche sepermettetemi di non svelare ancora tutto l'equipaggiamento e di illustrare la sola "parte alta", quella del busto. In dettaglio gli strati 1 e 2 saranno un intimo tecnico "a pelle" che prevedo di non togliere mai dalla partenza all'arrivo. Mentre lo strato 3, sarà una tuta Peak Performance mutuata delle spedizioni sugli  ottomila. Questo terzo intimo ha tanto di zip a "U" sulla parte posteriore e un'ulteriore zip anteriore con doppio senso di apertura. Entrambe le zip sono per facilitare le pause fisiologiche. Ovviamente, per impossibilità pratica, anche questa costituisce uno strato da non togliere mai.

Poi dagli strati successivi inizia il ballo del "metti e togli", "togli e metti". Strato 4 sarà Piumino Thermoball della TheNorthFace,  "reduce" vittorioso della Rovaniemi150. Facilmente ripiegabile e riponibile anche in una tasca così da poter utilizzare meno spazio possibile nel borsone. Davvero leggerissimo addosso e molto, molto confortevole. Compagno anche di tante scialpinistiche per l'ottimo rapporto caldo/ingombro.

Strato 5 prevede la Giacca Ventrix  TheNorthFace. Questa giacca ha nuova tecnologia con un sistema dinamico di microfori che si aprono e si chiudono durante l'attività fisica, regolando la temperatura corporea. Anche questa leggerissima, calda, e anche traspirante. 

Lo Strato 6 è il Piumino La Sportiva "650", indossato  durante la Rovaniemi150. Una giacca davvero caldissima, isolante e protettiva: confermata anche questa per l'Alaska!

Lo Strato 7, ovvero l'ultima difesa, è il pezzo più importante, quello che indosserò più a lungo: Giaccone TheNorthFace "LOSTRAIL". Caldo, impermeabile, con tante tasche sia interne – a rete – che esterne, anti-vento, con zip sotto le ascelle, con taschino al polso che utilizzerò in Alaska non per lo ski-pass ma per il GPS cartografico della mia MTB. Questa giacca ha poi un cappuccio regolabile che non ha eguali nel tepore e nella protezione dal vento.

Ultimo Strato l'ho chiamato EXTRA. E' il dulcis in fundo, ovvero il giaccone da indossare durante le pause. Perché quando ci si ferma potrebbero tutti gli state prima menzionati potrebbero non essere più sufficienti ed è necessaria una copertura extra.Insomma partirò bello carico d'indumenti per poter sceglierel'abbinamento più adatto - in ogni momento del giorno o della notte, ma  anche in caso di vento o di neve, di temperature più o meno estreme – sempre rispettando la regola aurea di stare attendo a "non sudare" mai. Perché il sudore diventa ghiaccio in pochi secondi e avere il ghiaccio a pelle potrebbe rendere il tutto molto più problematico, per non dire pericoloso, molto pericoloso!!