venerdì 27 aprile 2018

Dalla UTVdD del 2017 alla FMT del 2018: Flaminia Militare Trail




L'anno scorso ho avuto la fortuna di partecipare alla prima edizione di Ultra Trail Via Degli Dei https://www.ultratrailviadeglidei.com/ che percorre la meravigliosa antica via romana che collega Bologna a Fiesole (125km con 5100d+). Mi era piaciuto così tanto questo trail che quest'anno ero di nuovo iscritto. Ma una concomitanza di fattori:  la gara anticipata a metà aprile e il mio recupero dopo l'avventura in Alaska con l'Iditarod Invitational www.iditarodtrailinvitational.com/ rendevano un po' problematica la mia partecipazione.
 
allegria in partenza
 
Per mia fortuna però gli organizzatori quest'anno hanno dato vita al Flaminia Militare Trail https://www.ultratrailviadeglidei.com/flaminiamilitaretrail  la "versione short" di 55km con 2000 metri di dislivello positivo che percorre il tratto toscano della sorella maggiore UTVdD (e siccomene nei trail vanno di gran moda le sigle da adesso la chiamerò FMT). Dico subito che questi due trail sono bellissimi e sono sicuro che hanno delle grandi potenzialità per diventare gare di riferimento nel panorama Trail italiano. Primo perché si corrono all'inizio della stagione e possono essere test importanti per chi vuole preparare grandi gare come LUT o UTMB.  E poi perché proprio da queste gare sia UTVdD che FMT hanno mutato sia il rispetto scrupoloso del materiale obbligatorio, sia la ratio di distanza sui ristori. 


Un altro elemento a favore sia di UTVdD che di FMT è che entrambe sono state organizzate in modo tale che si possa raggiungere la partenza (e di conseguenza ritornare) senza dover usare la macchina. E se questo vi sembra poco rilevante o per niente importante: forse fareste bene a pensare all'impatto ambientale delle vostre scelte anche in ambito sportivo!! Infatti la partenza della 125km è situata pochissimi metri dalla stazione di Bologna (dove ha sede il comodissimo centro del ritiro pettorali e pre-gara). Mentre invece per raggiungere la partenza delle FMT (situata a Monte di Fò, piccolo paesino negli appennini a circa metà strada tra Bologna e Firenze) gli organizzatori hanno messo a disposizioni navette in vari orari sia da Bologna che da Fiesole. Bravi!
Io sono partito con la navetta alle 7 del mattino da Bologna. Arrivato dopo circa un'ora a Monte di Fó ho assistito ad un preciso e puntiglioso controllo del materiale obbligatorio prima della consegna di chip e pettorale. Giusto così! Il pre-gara l'ho passato nel grande bar vicino alla partenza dove ho avuto modo di incontrare vecchi amici, facendo quattro chiacchiere al caldo prima del via.
La cura e l'attenzione del proprio territorio si respirano in ogni aspetto di questo trail. Sicuramente c'è un aspetto agonistico importante, con atleti d'elite importanti su entrambe le distanze. Ma quello che ho davvero apprezzato è che accanto al consueto briefing tecnico, ci sia stato anche un per così dire "brieifng storico" in cui è stata raccontata la storia della antica strada Flaminia e di come questa è stata riportata alla luce non da due studiosi, ma da due appassionati uomini dell'appennino, che in 15anni hanno riportato alla luce ben 9 chilometri di una strada dimenticata da duemila anni. Anche questo aspetto forse alla maggior parte di voi farà dire "ecchisenefrega!" Ma credo fermamente che corre trail non sia solo un gesto agonistico, ma comporti anche un'atto di amore e rispetto per le nostre montagne e le nostre valli. Rispetto dovuto ai luoghi, agli uomini e le donne che abitano le montagne e che quotidianamente se ne prendono cura. E adesso che il trail sta diventando sempre più di moda è importante ricordarlo e ribadirlo in ogni situazione! Se pensate solo al vostro Personal Best e non ai luoghi che attraversate… beh non avete capito nulla di questo sport.


 
Continuando con la FMT il meraviglioso percorso era non solo balissato minuziosamente, ma anche curato in maniera esemplare (e qui ritorniamo al rispetto dei luoghi e delle persone che se ne prendono cura). I due ristori (il primo a San Pietro A Sieve, il secondo sulla vetta del Monte Senario) animanti da volontari gentilissimi offrivano davvero una grande varietà di cibo (frutta fresca, patate lesse, tre tipi di pasta, pane e olio e tante altre prelibatezze locali). E infine ulteriore nota di merito, rispetto all'anno scorso, gli ultimi chilometri della gara si sono corsi completamente off-road e i pezzi sul asfalto limitati al massimo!.


Che dire poi del mitico traguardo posto nel teatro romano di Fiesole con il sindaco con tanto di tricolore che faceva le congratulazioni e le foto con i finisher.
Le prime edizioni di solito ci si imbatte in piccole/grandi pecche organizzative: per carità è normale perché organizzare trail è tutt'altro che facile! Ma questa volta l'organizzazione stavolta si é contraddistinta anche in questo: tutto è filato liscio!! Anzi come recita la medaglia Flaminia Militare Trail: PERVENIT!


martedì 17 aprile 2018

Lo swimrun in Italia testato sul Lago di Monate






E quando pensi di aver provato quasi tutti gli sport esistenti sulla faccia della terra (con eccezione forse del curling), ti chiamano e ti chiedono:
"vuoi venire a provare lo swinrum?" Beh - per me che sono stato per anni un appassionato triatleta - la cosa non sembra all'inizio mica così nuova!
Perché dovrei provarlo? Che cosa ci sarà di strano nello swimrun? Non è semplicemente una specie di aquathlon chiamato in un altro modo?

Beh non proprio! E per scoprirlo mi faccio coinvolgere da Veronica Castelli e Diego Novella che da oramai tre anni curano con tanta passione lo sviluppo della swimrun in Italia. E così domenica 15 aprile mi ritrovo sul piccolo e incontaminato (perché interdetto ai natanti a motore) Lago di Monate.


Lì capisco subito che non ho idea di che cosa sia effettivamente lo swim-run. Che sia uno sport che prevede nuoto e corsa lo si capisce dal nome.


Ma la sua vera particolarità sta nel fatto che le transizioni tra le fasi di nuoto e di corsa sono molte (davvero molte!) e che sono senza delle zona cambio come appunto nell'aquathlon e nel triathlon. Per questo si nuota con le scarpe ai piedi e con l'ausilio di palette e pull-buoy (che logicamente si tengono anche nella frazione corsa). Due parole su questa scarpa leggera, con un battistrada studiato per garantire una forte autopulizia e un grip eccezionale sulle superfici umide e scivolose. La Salming OT Comp è stata sviluppata partendo da pneumatici delle MTB e delle moto da cross.



Dopo un dettagliato briefing a bordo lago, sul percorso da effettuare (sia nella frazione run che nella frazione swim),  il gruppetto di otto impavidi di cui facevo parte si è lanciato in questa nuova impresa. Sei le frazioni previste per noi "principianti" così scandite corsa-nuoto-corsa-nuoto-corsa-nuoto da effettuarsi sulle strade adiacenti al lago e nelle acque del lago che – siamo onesti – in questa stagione sono ancora fredde.


Le frazioni sono iniziate con un bel  1500m di corsa – e fin qui tutto bene, anche se si avverte subito che le scarpe Salming sono state disegnate per il vero ambiente off-road dello swimrun, ovvero come le scarpe da trail risultano con tanto grip e un po' rigide sull'asfalto per poi lanciarsi in 250m di nuoto (frazione breve per acclimatarci, come ha spiegato Diego), gestendo lo shock termico con respiri profondi e facendo le prime bracciate a testa fuori.  Poi di nuovo 2km di corsa e altri 400m per la seconda nuotata che va molto meglio della prima – si inizia infatti a percepire il pull-buoy e a far lavorare le palette. Infine ultima frazione di corsa di 4km di cui i primi due in salita e due in discesa per arrivare così all'ultimo tutto in acqua per sprintare – si fa per dire – gli ultimi 400m a stile. Arrivo in spiaggia e obiettivo raggiunto: "doccia calda e birra fredda!".




Esperienza bellissima! La continua alternanza tra nuoto e corso è davvero impegnativa, ma incredibilmente divertente! Tanto che ho vissuto questa giornata come un bambino che torna a giocare il suo giocattolo preferito. Ebbene sì il mio ultimo triathlon risale al 2014 e devo dire che lo swimrun me ne ha fatto riaffiorare la mancanza. Ma è soprattutto sentendo i racconti di Diego sulle gare di questa disciplina che rimango affascinato da questo nuovo sport. Mi racconta infatti delle gare nei fiordi svedesi, sul lago di Lochness o in Galles. Gare davvero estreme con 30 diverse frazioni che alla fine possono avere anche distanze di oltre 70km (suddivisi in circa 60km di corsa e 10km di nuoto) Insomma uno sport davvero interessante e tosto… uno sport in cui mi piacerebbe davvero cimentarmi!!

mercoledì 11 aprile 2018

Parlano di noi: Skialper "inspired by mountains"



il numero in edicola


Continua ad essere altissimo l'interesse per la partecipazione all'Iditarod Trail Invitational. Questo mese evidenziata insieme ad altre tre avventure estreme nintedimenoche da SKIALPER


Lascio la parola a quanto sotto: