martedì 20 dicembre 2016

Sauze d'Oulx 17 e 18 dicembre 2016: Via Lattea Trail e Skimo

La bella maglietta del pacco gara

C’è un appuntamento nel mondo del trail a cui tengo in particolar modo: il  Vialattea trail http://vialatteatrail.it/la gara in notturna su piste innevate più importante d’Italia con ben 470 iscritti.

Sono ormai tre anni che vi partecipo, ma ogni volta è un emozione nuova anche perché alla partenza, sotto il gonfiabile che troneggia nel centro di Sauze d’Oulx, trovo sempre molti amici con cui ho condiviso tante avventure sportive. Due le gare in programma: il Vialattea Trail di 25km con un dislivello di 1700m e il Vialattea Run di 12km e 900m di dislivello positivo con partenza in linea identica per le due distanze.

Quest’anno ho deciso di partecipare a questa gara con un obiettivo ben preciso: prendere quanto più freddo possibile e andare all’andatura più lenta possibile per testare materiali e condizioni fisiche in vista della Rovaniemi 150
https://www.rovaniemi150.com/ il trail di 150km che si svolge in Lapponia a cui parteciperò il prossimo febbraio, assieme al mio amico Paolo D’Agostino.Rovaniemi150 - Rovaniemi150 Arctic Winter Races
www.rovaniemi150.com
First winter ultramarathon in Europe which combines three different categories: foot, fat-bike and ski. Since 2102, around Finnish Lapland main city: Rovaniemi. Also two more challenges: Rovaniemi66 and Rovaniemi300. All three races start the same day at the same time.

Il Vialattea Trail parte subito duro: dopo alcuni metri percorsi per il centro di Sauze d’Oulx infatti ci si ritrova sulla neve e dobbiamo metterci i ramponcini per affrontare la lunga ed impegnativa salita che ci porterà su fino al Col Fraiteve, il punto più altro del percorso. Salita dura per tanti motivi: primo perché in 7,5km porta fino a quota 2700 con un dislivello positivo di 1200m. Secondo perché essendo la salita in una pista da sci e non in un sentiero ci si trova ad affrontare dei veri e propri muri particolarmente ripidi, terzo perché il terreno è fatto in alcuni punti di neve in cui si sprofonda e in altri da ghiaccio vivo in cui si scivola.

Insomma un bellissimo percorso su cui ci si può davvero mettere alla prova e divertisti.

Io e Paolo decidiamo di salire a velocità costante e progressiva fino al primo ristoro che segna anche la divisione dei due percorsi. Da lì ci godiamo lo spettacolo della notte limpida piena di stelle e delle frontali che si inerpicano lungo il monte che separa Sauze d’Oulx da Sestriere: e lo spettacolo è davvero favoloso. Salutiamo gli amici che fanno la corta, cambiamo le giacche in vista delle temperature più fredde che troveremo lì in alto ed eccoci pronti al “gran premio della montagna” di questo trail il Col Fraiteve. Superato il colle, ci troviamo di fronte ad una delle parti più belle del percorso: la discesa verso Sestriere sulle piste da sci.

Io e Paolo ci accorgiamo che per non rimanere bloccati al cancello orario del Sestriere dobbiamo correre! E allora eccoci buttati a capofitto giù per i muri ghiacciati della pista da sci: e il divertimento qui è davvero assicurato.

Al Sestriere una breve pausa al ristorno situato caldo del palazzetto dello sport e poi siamo di nuovo pronti per affrontare la strada di ritorno verso Sauze scavallando questa volta il Col Basset.

Sulla carta questa salita è facile: ci sono solo 400m di dislivello da percorrere su una strada che non ha mai pendenze rilevanti. Eppure io e Paolo ci accorgiamo subito che non sarà una passeggiata, la neve è friabile e si sprofonda per vari centimetri rendendo davvero difficile il percorso. Decidiamo quindi di stare nelle retrovie e qui facciamo la conoscenza di Guido Ambrosiani, uno tra i migliori maestri di sci della zona e in questa occasione scopa della gara.

Accanto a Guido ci rendiamo conto di quanta cura e attenzione ci sia in questo trail per garantire la sicurezza tutti i partecipanti. Dalla sua radio sentiamo che ci sono due persone in ipotermia sul Colle Basset. E in meno di un minuto, vediamo sfrecciare le motoslitte a prestare soccorso. Vediamo anche i volontari dislocare coperte di emergenza in vari punti del percorso e capiamo che lungo tutto il sentiero ci sono decine e decine volontari pronti ad intervenire in caso di necessità. Niente è lasciato al caso: la sicurezza è la priorità assoluta degli organizzatori. E non avrei mai smesso di ringraziare le donne e gli uomini che in quel momento erano al gelo per assicurare a tutti una partecipazione sicura al Vialattea Trail.

Scavallato il Col Basset, arriviamo verso l’ultimo ristoro di Rocce Nere. Salutiamo tutti i volontari che ci sono e ci apprestiamo a scendere verso Sauze d’Oulx con accanto sempre Guido che sugli sci ci scorta per la discesa finale. Arriviamo al traguardo felicissimi per aver partecipato da un trail davvero fantastico. Guido ti avevamo promesso una birra: purtroppo ci siamo persi all’arrivo, ma sappi che appena torniamo Sauze d’Oulx paghiamo il nostro debito!

Per riassumere questo trail fantastico i nostri voti sono:

Percorso 9/10 bello, vario, emozionate, muscolarmente impegnativo

Organizzazione 10/10 impeccabile

Balissaggio 9/10 perfetto per le condizioni in cui è stato fatto

Ristori 9/10 ed eroi i volontari che sono stati al gelo per ore

Trail Avventura 10/10 per chi sogna di percorrere le montagne in inverso sotto cielo stellato incredibile (se si chiama Vailattea trail è anche per questo!)

Mentre noi ce la prendevamo comoda davanti i primi si davano battaglia e arrivano ad Sauze in tempi davvero strepitosi: Giulio Piana in 2h33’01”, secondo a solo 40” Franco Collè e terzo Manuel Bortolas in 2h40’18”
Tra le donne vince la  strepitosa la polacca Katarzyna Kuzminska in 3h03’36” seconda Giuliana Arrigoni e terza Marta Poretti

Per le classifiche complete della 25km e della 12km cliccate qui  
http://trailive.wedosport.net/classifica.asp

e poco dopo l'arrivo si mettono le pelli e si torna su

sabato 3 dicembre 2016

Rovaniemi 150 Interview with the Race Director Alex S. Casanovas

 I will make Rovaniemi 150 with a Pulka


Hi Alex,

Please can you tell to our readers a bit of history of the Rovaniemi 150? When was the first edition? First edition was in february 2012.



How did came the idea to organize the first winter ultramarathon in Europe which combines three categories: by fat-bike, by ski and on foot? After participating in Iditarod Trail Invitational 2011. I saw that once you cross the McKinley range the lanscape is very similar that the one here in Lapland. Rovaniemi150 is a copy of those winter races organized in Alaska since the end of 80's adapted to Finnish regulations and on my way.

Did the course change during the last years? We start with only a 150 km race. In 2015 we add two more distances: 66 km and 300 km. We change some rules and little technical details on the way we get experienced. 

Did the participants increased in these years? First edition we had 14 participants, only 3 finish it. Since then the participation had growing every year. Last edition we had 106 athletes in starting point. Anyway this year, when there is only 1 month to the end of registration, looks that we do not arrive to 100. But who knows? untill the last moment registration can grow up.

You are a polar guide. You are an expert of logistics in extreme conditions and you are an expert of the Polar environment: What are the main peculiarities of the Polar environment? Basicly the logistics in isolate places. Of course the extreme cold is a problem if you don't know how to manage in such temperatures. Anyway lower than -30ºC you have to be very carefull even with experience. 
What are the main challenges of this peculiar type of environment? It’s the cold? The lack of daylight? How many hours of brightness are there? The big challenge is always the cold and how fit you are. Experience is important to well now how to dress in the right way. Normally the lack of daylight is not a problem, is all in your mind and more batteries for the headlamp. Here in Rovaniemi the less hours we have is 4 (from 10:00 to 14:00) but after december 21st the days are getting longer (30 minutes per/week). We start to feel a longer daylight after 10th of january aprox. 

what are the main differences of running an "normal" ultra in alpine enviroment and Rovaniemi? Temperatue can be as low as -30/-35 celcius, what have been the averages/Max/min in the latest editions, we know there was a huge difference?
In all five editions we never had more than -15ºC (!) but in possible that in february we could reach -30ºC or more. In fact always some days before the race we had reach those temperatures (in 2012 one week before the race we were for 10 day between -33ºC and -37ºC), but never during the race. So participants have to come here with enough clothes to face that low temperatures. Then during the briefing I tell them how is going to be and the track conditions, so they can choose the gear better. Last edition was warm (-1ºC/-2ºC) but was windy, snowy and humidity and many people quit: in Rov150 finished 53% (29 of 55) and Rov300 finished 14% (4 of 28). Rov66 is easier so finished 87% (20 of 23) 

Knowing all these aspects: what you suggest as training for people that want to take part of the Rovaniemi 150, but live in conditions like Continental Europe? The best if possible is to train in cold weather in places like Alps, Pyrenees or similar. The most important, even if you train in a industrial freezer is not to get wet. Never, never have to sweat! If you do you have to slow down or stop. 

What should a runner of the Rovaniemi always have in mind during that race? Now sweat, good hydratation. Better start with a lot of clothes and then little by little take it out to mantain the body hit without sweat.  

What do you suggest a runner of the Rovaniemi has to bring with him other than the compulsory equipment?  In our web page you can find a good list. The most important is to have a very good down 700/1000 grms jacket, goretex pants and very good mittens to use it when stops and if temperature goes down. Shoes are also very important, whatever kind of shoes you wear it must be waterproof and big enough to fit two (2) socks: a thin and thick ones. Gaiters help you keep you warm and protect the ancle from the snow and cold. Also overshoes are good in case of extreme cold and/or overflow (water on top of ice in lakes and rivers). Is very important also to well protect neck, head, nose and eyes if is windy.


Why are “pulka’s” used?
Carry the weight in the pulka is more confortable than in your back. In fact with a pulka you can pull more kilos than your weight. Some athletes in Rovaniemi150 used a bagpack, is up to them, but most of the athletes who do this kind of competitions use a pulka.

As an expert of this peculiar environment, do you think that the Polar environment is threatened by the climatic change? Yes. After 8 seasons in Antarctica you can see very easy how the small glaciers go down and backward. Anyway all the scientifics I have been working with never worried about that. 10.000 years ago Europe was cover in ice... Long time ago were dinos... Many species had dissapeared... "The Planet is fine, the people are fucked!" (George Carlin dixit).

Alex your life is like a romance. To make it really short: you are catalan when you were a kid you sailed, then you started climbing and you climbed all over the world including Antarctica, you worked as expert of logistics for humanitarian ONGs, and you are an expert in polar expeditions… how do you manage to do all this only in one life?? What the best advice that you can give to people who live in normal way? What the best advice that you can give to me that I am about to realize my dream taking part to Rovaniemi 150? Only one sentence: Better do what you really like than wish the hope.

martedì 22 novembre 2016

Valle d'Aosta, Staffal: Sci Alpinistica "Su per Betta" domenica 20 novembre 2016


Gara di sci alpinismo parte del http://tourskialp.it/
Bellissima giornata in compagnia di amici alpinisti, sciatori e runners di età assortita.
Farò il possibile per essere presente anche al prossimo appuntamento di LaThuile.
Traccia su http://www.movescount.com/it/moves/move131803903
Certo che gareggiare con il pettorale 17 !!!

Sul Colle Bettaforca

All'arrivo

Nuovo Zaino Salomon S-Lab X-Alp 20 litri

Aggiungi didascalia


la bella locandina



martedì 8 novembre 2016

First two-day Skimo of the season 31.10 and 01.11 and first 4000 meter!!!


Just unexpected, just unbelievable.
Day 1 great training: from Cervinia to Plateau Rosa, on the Ventina slope. One week after Diagonale des Fous, legs are working well.
Day 2 up to the top of Breithorn (4165 m). Without ski just in the last 100m D+, then down skiing from the very top, crying and shouting for happiness.


Ecco la traccia: http://www.movescount.com/it/moves/move129520022#anchor=media-2992202 


Buon divertimento!















Cervino on the back

the beginning 



on the top of Breithorn


the view from the top


Breithorn from the glacier

lunedì 31 ottobre 2016

Diagonale des Fous 2016

tramonto pre-partenza






Non avrei voluto scrivere quest’articolo.
Avvertenza quest’articolo tratta della Diagonale des Fous, un Ultra Trail di 167 chilometri e 10mila metri di dislivello, e della mia esperienza personale in questa gara. Ma attenti! Se deciderete mai di andarla a fare, io non c’entro niente, io non vi ho detto niente, io scarico ogni responsabilità,  saranno tutti affari vostri.
Innanzitutto il Grande Raid de la Reunion presenta delle indubbie difficoltà logistiche visto che l’isola si trova nell’emisfero australe in mezzo all’oceano indiano. Esattamente a 20 gradi di Latitudine sud. E per chi come me ha un limitato piano ferie, le difficoltà  sono amplificate. L’ho gestita con 4 giorni e mezzo di ferie per un totale di sei notte così dormite, una in aereo (undici ore di volo da Parigi),  una in hotel, tre sui sentieri e l’ultima, appena dopo l’arrivo, di nuovo in aereo verso Parigi.
L’altra difficoltà è rappresentata dai 2600 partecipanti e ve lo lascio immaginare raccontandovi la calca alla partenza. Ore 22 di Giovedì sera. Il mio amico Stefano di Courmayeur, alla sua terza Diagonale me lo aveva detto, non cadere, mantieni l’equilibrio e se ti perdi qualcosa lascialo li e non provare a raccoglierlo. Mah, cosa sarà mai, esagerato…e invece… 2600 concorrenti, al netto dei Top Runners, stipati ore prima su un piazzale da cui si accedeva alla linea di partenza tramite una stradina fiancheggiata da muretti. Alla partenza panico. Tutti spingono, tutti pressati e io, chiedo scusa, ma penso all’Heysel, sono questi i momenti in cui possono succedere tragedie. Riesco ad infilare la mano sotto l’ascella di Stefano, ben più piazzato di me, e vengo sollevato e fatto fluttuare! 
Fuochi d’artificio  strabilianti e folla oceanica a bordo strada rendono, anche per questo,  la partenza unica e inimitabile. Al punto prestabilito vedo mio figlio Lorenzo e lo abbraccio. La tensione non scende e solo al chilometro 11, dico undici, mi rilasso e inizio a dare il cinque a mano aperta! Si c’era ancora la folla a bordo strada.
Perfetto percorso, tra l’altro disegnato con indicazione dei tempi tra i vari ristori (i.e. “cancelli orari”) sul  pettorale. Io fraziono sempre il percorso mentalmente, pezzo pezzo, pochi km alla volta .
Paesaggi mozzafiato che riportavano alla mente il film Jurassic Park, verdi montagne con lussureggianti pendii a strapiombo,  da cui saliremo e scenderemo un’infinità di volte!
Il venerdì mattina prima sosta tipo Base Vita, con il primo dei due borsoni accessibili allo stadio di Cilaos (che rappresenta anche l’ottavo cancello orario di ben 21), con mio figlio Lorenzo sugli spalti che mi da sollievo dopo la prima notte di giovedì (senza dormire), bellissima doccia, ma si ricomincia a sudare un minuto dopo, ristoro, cambio batterie alle due frontali e veloce ricarica del mio Sunto Ambito 3 Peak.
Il Venerdì scivola via fino alla notte, davvero durissima, con tanti concorrenti che dormono lungo il sentiero avvolti nelle loro coperte termiche, immagini atipiche per chi come me di solito corre tra le  fredde montagne e non all’equatore! Pioggia improvvisa e poco dopo una frontale dopo l’altra mi segnalano batterie esaurite! Fallisco il cambio sotto la pioggia, ovvero mi trovo con ben due frontali (perché se anche una soltanto era obbligatoria, io come in montagna ne ho sempre due!) e ben due doppi set di batterie a zero!!! Ovvio tutto questo sotto la pioggia…ma la collaborazione tra runners funziona, mi passano delle batterie nuove e ben presto riprendo ad andare.
Sabato mattina la peggior coppia di salite della mia vita, una dopo l’altra! È qui che le mie scarpe The North Face Ultra Trail che già avevo usato all'UTMB, danno il massimo. La prima salita vertiginosa ci porta a Roche Plate,  dove mi viene detto che la prossima  sarà più dura. Mi stacco il porta pettorale e dico che mi fermo, beh erano due notti che non dormivo, ma nessuno mi prende in considerazione e non mi resta che affrontare la famigerata salita a  Maido,  mai fatta una cosa del genere sotto un sole di mezzogiorno caldo senza pietà, per chiarire sono quattro ore e mezza di salita dopo le oltre due ore della precedente, tutto sotto un sole equatoriale e senza aver chiuso occhio per due notti.
A Maido mi invento  un pediluvio in una bacinella di fortuna e faccio un check piedi e gambe dai fisioterapisti dell’organizzazione durante il quale mi addormento per ben 15 lunghi minuti. 
Riparto carico e ritemprato lungo una lunga discesa corribile verso la seconda base vita di Sans Soucis (sedicesimo cancello orario). Anche qui cambio totale grazie alla seconda borsa e seconda doccia rigenerante .
Da qui Lorenzo mi accompagna fino al fiume che guadiamo scarpe in mano per la gioia dei fotografi. 
Ora era finita dovevo solo amministrare. Al primo ristoro di rilievo con brandine, mi concedo 1 ora sonno. 
Al secondo ristoro accanto ai binari dello Chemin pediluvio (ancora rilevo zero vesciche nonostante i dolori in qualsiasi parte dei piedi).
A questo segue una insensata salita e discesa su un lastricato di km e km in salita prima e in discesa poi, cosi fatto male che non ho potuto non perdermi in tanta ammirazione per le strade lastricate dai Romani, ben altra cosa!
Da qui solo flash, le prime luci dell’alba della domenica, una salita ripida su sabbia da fare a quattro zampe, un ultimissimo ristoro a Colorado che quasi non mi fermo, aziono il booster (ipod con colonna sonora di tanti arrivi, 180 bpm) e mi lancio nel sentiero in discesa con tre ventenni francesi che venivano dalla corsa media (Trail de Bourbon, 120km) e dalla corsa corta (Trail de Mascareignes, 60km) e che scendevano non correndo ma come fossero campioni di Parkour. Mano su un albero piede su una parete rimbalzo su una roccia in basso e via andare. Galvanizzato calcolo che se pure mi rompo da qui al traguardo ci arrivo comunque, e provo a tenerli, ma è impossibile hanno una marcia in più e sigh hanno meno della metà dei miei anni…ma io alla loro età…diceva mio nonno!
Sul rettilineo finale che porta allo stadio di St Denis luogo d’arrivo, intravedo di nuovo il prode Lorenzo, tiro fuori il fischietto e inizio a far cagnara. Lollo si carica i due borsoni, già pronti per l’aeroporto, sulle spalle e con una mano riesce anche ad azionare la telecamera dello smartphone.
Si entra allo Stadio, curva dei 200 metri in piega inversa (in senso orario) rettilineo e traguardo con ancora una volta “Massimiliano  - Marta - IIIIIItalia”!!!
Che soddisfazione!
Viaggio di ritorno con maglietta “Finisher” o meglio “J’ai survecu” riconoscibilissima sia all’Aeroporto di St Denis che fino a Parigi. Con complimenti raccolti da molti più passeggeri in transito che avrei mai potuto immaginare. Addirittura, un distinto signore francese a Parigi mi ha detto:
“lo so che sembra impossibile, nessuno ci crede mai quando lo racconto e non mi aspetto che lo faccia tu, ma io ho un amico che lo stesso anno ha corso e finito sia l’UTMB che la Diagonale des Fous”.
Non rispondo, sorrido, certo che é stata davvero una grande stagione!


Ecco la traccia della prima parte: http://www.movescount.com/it/moves/move128564983 
Se passate di là, buon divertimento!







mercoledì 5 ottobre 2016

Getting ready for the Grand Raid de La Reunion - La Diagonale des Fous 20-23 October 2016







In a few days, on Tuesday 18th, I’ll be flying to La Reunion, via Paris Orly, to take part to the 2016 edition of Le Grand Raid a 163km and 9700m D+ Ultra Trail part of the Ultra Trail World Tour, i.e. UTWT.


The responsible of the Event Communication Team proudly describes La Reunion Island as an exotic island like no other, with the very best of what the world has to offer, all concentrated on one island!

Across a surface area of only 2500km2, Reunion boasts a stunning array of untamed natural habitats and authentic cultures. With 40% of the island classified as a Unesco world heritage site, an impossible dream is suddenly made possible: to see the best of the world in just a few days.

During the very first minutes here, you’ll already feel the extraordinary variety of the different cultures living on the island in perfect harmony: from Asian cuisine to Creole marketplaces, along with Buddhist, Tamil or Christian traditions.

In just a few hours, you will be able to go from the vast and desertic lunar landscapes of the volcano to the lagoon in Ermitage. And then from the blue of the lagoon to the lush greens of the breathtaking mountain cirques.

In just a few days, you will have experienced such an exceptional variety of places and emotions, thanks to unique island: Reunion Island.

First feeling is: am I losing too much running for 66 hours rather than doing the usual touristic tours?
Not sure, the Grand Raid cuts the Island from South to North. It allows the runners to see the most beautiful landscapes, far away from any road and touristic tour.
Maybe, or for sure, I will not be able to enjoy the beaches and the seaside, this is due to my very demanding time schedule. Just to give you an idea, I’ll be out of Italy for 6 nights arranged as follows:
Night 1, on the plane. Night 2, in a luxurious, at least I hope so if reality is aligned to pictures seen on the web-site, hotel with access to the nearby beach. Nights 3 to 5, running if legs allow. Night 6, on the plane back to France.
It sounds relaxing, doesn’t it? However, I will do my best to spend the only and unique “holiday morning”, before the Wednesday 20th , 10 p.m. start, on the beach, swimming and why not, maybe scuba diving! You can think I’m crazy, but I remember when my son was with me in Chamonix, before the 2010 UTMB, and the very same morning of the start he took me to a crazy Rafting Adventure in the Chamonix Valley River. I survived, both Rafting and the UTMB! So, this time we will take with us our PADI licences, then we will see.

By the way, how and what to pack is the real time consuming activity in these days. We will fly with hand-baggage only. This is allowed by the warm and mild temperatures we are sure to find in beautiful La Reunion! Before and during the Grand Raid.
I will run the Diagonal des Fous with a 5 litres backpack, maybe the same old one of the latest UTMB, maybe a brand new! With the due experience and in depth Weather Forecast analysis, in Chamonix it was possible to pack all the compulsory material and just few additional accessories. In La Reunion weather should be even better, so I’m expecting to be able to use the same backpack. Of course, I will take with me, in addition to the “must have”, my super light raining jacket, a spare t-shirt and one additional pair of socks. Then, of course two front lamps and spare batteries for both. Not yet sure if and how I will use my GPS, maybe at night only. This is due to the 66-hour time limit that would make it possible with a fast recharging station in the middle of the Grand raid or with two GS, quite an expensive solution. The alternative is always the one of the Marathon des Sables, a light small plastic essential Swatch! Two bottles will also be preferred to the hidden Water Camel Bag, that is always empty when you need it and always with still too much water after the Arrival, no way! A bit tricky, but very convenient are the two bags at the two main Aid Stations at km 68 and km 125. I believe these will be a replica of what I have with me at the start: 2 t-shirts, two pair of socks, one short trouser, food/gel, spare glasses, spare cap, spare buff and batteries. I may add a pair of gloves and a rain jacket. All the remaining stuff must be placed in the third bag I will find after the Arrival…close to the Airport located in the north of the Island.

What else? It was very difficult to find someone in Italy that had already run the Grand Raid de La Reunion, a.k.a. La Diagonale des Fous, from one I learnt to bring with me the rain jacket and some additional cover for the nights that might be wet and cold, from the second, to focus of the front lamps. No more than this. So, I hope these notes may be of help, however be sure that when back, I will as usual be available should anybody ask for help or advice.

Yes ok, Training is missing. How am I training? Dears, I have been training tough all last winter week-ends, with ski mountaineering adventures, I run few Trails and just few weeks ago I finished the UTMB…so, not very much training for me in the seven weeks interval between UTMB and Diagonale des Fous! Three times with my Road bike, and very poor performances, just one Mountain Athletics training in Milan, one great long week-end in the Swiss Mountains Climbing and Mountaneering and few relaxing runs in Val Veny and Val Ferret, and dulcis in fundo three Yoga sessions, that’s all folks.

lunedì 19 settembre 2016

The North Face Mountain Festival - Lauterbrunnen - Settembre 2016


Simone Moro e Max Marta in vetta
con Jacopo Larcher

impegnato nella salita





Venerdì 16 Settembre, ore 7:00: inizia il mio lungo viaggio verso Lauterbrunnen, dove si tiene il The North Face Mountain Festival 2016, una tre giorni di festa, dibattiti e tanto sport in mezzo alle alpi svizzere che ha come obiettivo quello di avvicinare le persone ad attività come il trail running, l’arrampicata, l’alpinismo, il parapendio, canyoning  e molti altre.

Ore 12:00 arrivo al Camp - che è proprio un campeggio nel senso letterale del termine con una miriade di tendine colorate e gente festante con zaini in spalla - in auto da Milano passando per il Gottardo, il Sustenpass e Interlaken. Appena dopo il Sustenpass le montagne iniziano ad incutere soggezione, tanto sono alte e scure. Il Mountain Festival già dall'ingresso è emozionante: tanto che mando un messaggio gli amici in Italia "io mi sa che resto qua". Giusto il tempo di lasciare il borsone in tenda ed è ora di andare al primo evento: climbing con i mitici James Pearson, Caroline Ciavaldini e Jacopo Larcher. Ci stiamo ancora contando che inizia a piovere e nonostante il mio elegante "ecchissene" si opta per una Kletterschule (palestra di roccia) al coperto. Qui ci consegnano scarpette e harness/imbracatura e inizia il divertimento. Jacopo mi prende in consegna e inizio a salire per la parete fintanto che non mi si disintegrano i muscoli delle braccia: dal prossimo mercoledì mi sa che è meglio che vada ad allenarmi al Mountain Athletics Training a Milano
: https://www.eventbrite.co.uk/e/neverstopmilano-mountain-athletics-session-3-tickets-27435730007! Poi, come mio solito, faccio il passo più lungo della gamba e chiedo a Caroline di poter salire io a fissare i moschettoni sulla parete per la sicurezza degli altri, malgrado non sia proprio un esperto di arrampicata, anzi è la prima volta che faccio la parate indooor. Mi guarda e mi chiede "sei sicuro?"  E io sorrido senza rispondere! Si rassegna subito e mi fa provare ad assicurare la corda ad un moschettone con una sola mano e poi...salgo e moschettone dopo moschettone arrivo fin su: incredibile! Ce l’ho fatta! Che felicità!

La giornata prosegue con una buonissima cena nel grande tendone mensa al centro del campo e poi alle 21.00 inizia lo spettacolo della presentazione di Tamara Lunger e Simone Moro che raccontano della loro impresa sul Nanga Parabat e sono brividi sulla pelle. Per i più giovani, la nottata prosegue con la musica martellante dei dj. Mentre io decido di tornare in tenda, puntare la sveglia alle 5 e andare a dormire: per me il bello viene domani. Loro invece se la ballano per tutta la notte!

Sabato 17, ore 4:30 il secondo giorno inizia mezz’ora prima che suoni la sveglia: sono troppo emozionato e non vedo l’ora di partire! Oggi c’è l’evento più atteso: la spedizione al Walcherhorn (3685 m) con Simone Moro. Prima di partire facciamo un briefing e la verifica materiali. E poi via!! Già solo il viaggio è un esperienza meravigliosa: dalla stazione di Kleine Scheidegg parte infatti il trenino a cremagliera "Jungfraubahn" che passa dentro la montagna e ferma ogni venti minuti per permettere ai viaggiatori di affacciarsi alle finestre scavate sul fianco della montagna e che si aprono direttamente sui ghiacciai. Uno spettacolo fantastico che lascia senza parole in particolare all'Eigergletcher.

Arrivati all’imperiosa stazione dello Jungfraujoch, dove troneggia un cartello “Top of Europe”  facciamo una veloce messa a punto di abbigliamento e materiali, un ulteriore briefing e finalmente si inizia a salire verso la vetta. La prima parte è in piano con panorama mozzafiato tra vette e crepacci. Poi ci si lega in tre cordate diverse, con avanti le due guide alpine Bergfuhrer locali e Simone Moro. Io mi accodo alla terza, quella di Simone, e la scelta si rivela giusta, ovviamente, visto che non mi ricapiterà più in vita mia!

Attraversiamo un ghiacciaio immenso che ricorda la Mer de Glace nel Monte Bianco e malgrado le nuvole possiamo godere di un paesaggio strepitoso. Un bellissimo traverso è la parte più tecnica della gita, con una delle guide svizzere che va avanti a scalettare per tutti aiutandosi con la sua piccozza in legno anni 50, che ci racconta essere dotazione obbligatoria per tutte le guide locali. Un ultimo strappo e poi tutti sulla vetta del Walcherhor per le foto e i filmati di rito, nonostante il vento che continua a ripulire la vetta dalla neve. Sgranocchiati i panini del pranzo al sacco gentilmente preparato e offerto dagli impeccabili organizzatori, ci si prepara per la discesa.
Parte la prima delle due cordate svizzere, poi la seconda e poi Simone Moro mi dice "vai tu!". Mi guardo attorno e capisco che dice proprio a me. Lo fisso con sguardo interrogativo. E lui spiega "Prima sei stato l'ultimo in cordata, adesso guidi tu e io chiudo". Faccio la faccia alla John Wayne rispondo con uno spavaldo OK, VADO! Cerco di dare l'impressione di essere sicuro, ma tra me e me penso "occhio Max, ti stanno guardando quelli dietro, non fare errori, cammina bene, non inciampare sui ramponi, segui le tracce!".
Dopo il primo tratto di discesa ripida, Simone rincara "ora aumenta il passo e andiamo a prendere quelli davanti". Beh questo so bene come si fa, metto gli obiettivi nel mirino, ingrano la quarta, lascio andare le gambe e stimo di chiudere il gap in due minuti. Peccato che da alcune imprecazioni che mi arrivano da dietro mi rendo conto che mi sto trascinando via i due spagnoli con le loro piccozze, zaini e ramponi! Insomma, devo rallentare se non voglio perdere pezzi della cordata.. Giunti alla fine del traverso, ricongiunti con le altre due cordate, togliamo i ramponi e restando in cordata torniamo verso la base. Che esperienza fantastica!!

Domenica 18: mi sveglio all’alba. La sera prima la festa è stata super e mentre esco dalla tenda vedo che ci sono ancora un sacco di persone che stanno ballando. Questo è l’ultimo giorno del Mountain Festival e il mio programma prevede il paragliding. Ma accidenti piove! E questo ha costretto gli organizzatori ad annullare i voli. E così - vista la divertente esperienza del primo giorno - mi aggrego ancora una volta al gruppo climbing e via di nuovo alla palestra Vertical Sport di Interlaken. In conclusione, il Mountain Festival è stato un esperienza divertente e costruttiva: ho imparato tantissimo in questi due giorni in termini di sicurezza e di tecnica di alpinismo. Purtroppo la pioggia battente ha complicato un po' le cose per atleti e organizzatori, ma sabato il sole ce lo siamo andati a cercare e a prendere in alta montagna!

lunedì 5 settembre 2016

UTMB Timing _ full official disclosure










The UTMB will start on 26/08 from Chamonix at 6pm on the normal route.




26/08 18:00 - La partenza della gara UTMB e stata data !




Info LiveTrail 26/08 19:54, Massimiliano (2770) arrivato a Le Delevret (km 14), posizione 761. Prevista a Saint Gervais il 26/08 20:39
Info LiveTrail 26/08 20:49, Massimiliano (2770) arrivato a Saint Gervais (km 21), posizione 838. Prevista a Les Contamines il 26/08 22:44
Info LiveTrail 26/08 22:41, Massimiliano (2770) arrivato a Les Contamines (km 31), posizione 1078. Prevista a Les Chapieux il 27/08 02:51
Info LiveTrail 27/08 00:32, Massimiliano (2770) arrivato a La Balme (km 39), posizione 1094. Prevista a Les Chapieux il 27/08 03:19 I
nfo LiveTrail 27/08 02:13, Massimiliano (2770) arrivato a Ref. Croix Bonho. (km 45), posizione 1129. Prevista a Les Chapieux il 27/08 02:56
Info LiveTrail 27/08 03:06, Massimiliano (2770) arrivato a Les Chapieux (km 50), posizione 1149. Prossimo Prevision sara dato quando ha lasciato
Info LiveTrail 27/08 05:50, Massimiliano (2770) arrivato a Col de la Seigne (km 60), posizione 1146. Prevista a Courmayeur - Dolonne Entrée il 27/08 09:45
Info LiveTrail 27/08 07:30, Massimiliano (2770) arrivato a Lac Combal (km 67), posizione 1152. Prevista a Courmayeur - Dolonne Entrée il 27/08 10:50
Info LiveTrail 27/08 08:38, Massimiliano (2770) arrivato a Arrete du Mont-F. (km 71), posizione 1090. Prevista a Courmayeur - Dolonne Entrée il 27/08 09:59
Info LiveTrail 27/08 09:16, Massimiliano (2770) arrivato a Col Chécrouit (km 76), posizione 1044. Prevista a Courmayeur - Dolonne Entrée il 27/08 09:57
Info LiveTrail 27/08 09:58, Massimiliano (2770) arrivato a Courmayeur - Dol. (km 80), posizione 1006. Prossimo Prevision sara dato quando ha lasciato
Info LiveTrail 27/08 10:52, Massimiliano (2770) arrivato a Courmayeur - Dol. (km 80), posizione 1018. Prevista a Arnuva il 27/08 15:00
Info LiveTrail 27/08 12:32, Massimiliano (2770) arrivato a Refuge Bertone (km 85), posizione 998. Prevista a Arnuva il 27/08 14:50
Info LiveTrail 27/08 14:08, Massimiliano (2770) arrivato a Refuge Bonatti (km 92), posizione 980. Prevista a Arnuva il 27/08 15:03
Info LiveTrail 27/08 15:20, Massimiliano (2770) arrivato a Arnuva (km 97), posizione 958. Prevista a La Fouly il 27/08 20:03
Info LiveTrail 27/08 17:04, Massimiliano (2770) arrivato a Grand Col Ferret (km 102), posizione 922. Prevista a La Fouly il 27/08 18:48 I
nfo LiveTrail 27/08 19:00, Massimiliano (2770) arrivato a La Fouly (km 112), posizione 939. Prossimo Prevision sara dato quando ha lasciato
Info LiveTrail 27/08 19:01, Massimiliano (2770) lasciato La Fouly (km 112). Prevista a Champex-Lac il 27/08 22:19
Info LiveTrail 27/08 22:49, Massimiliano (2770) arrivato a Champex-Lac (km 126), posizione 969. Prossimo Prevision sara dato quando ha lasciato I
nfo LiveTrail 27/08 22:52, Massimiliano (2770) lasciato Champex-Lac (km 126). Prevista a Trient il 28/08 03:45
Info LiveTrail 28/08 03:02, Massimiliano (2770) arrivato a La Giete (km 137), posizione 970. Prevista a Trient il 28/08 04:00
Info LiveTrail 28/08 04:29, Massimiliano (2770) arrivato a Trient (km 142), posizione 986. Prossimo Prevision sara dato quando ha lasciato
Info LiveTrail 28/08 04:36, Massimiliano (2770) lasciato Trient (km 142). Prevista a Vallorcine il 28/08 09:23
Info LiveTrail 28/08 07:38, Massimiliano (2770) arrivato a Catogne (km 147), posizione 1109. Prevista a Vallorcine il 28/08 08:19 I
nfo LiveTrail 28/08 09:01, Massimiliano (2770) arrivato a Vallorcine (km 153), posizione 1130. Prossimo Prevision sara dato quando ha lasciato I
nfo LiveTrail 28/08 09:31, Massimiliano (2770) lasciato Vallorcine (km 153). Prevista a Chamonix il 28/08 16:45
Info LiveTrail 28/08 11:23, Massimiliano (2770) arrivato a La Tete aux vent. (km 160), posizione 1040. Prevista a Chamonix il 28/08 12:49
Info LiveTrail 28/08 12:12, Massimiliano (2770) arrivato a La Flegere (km 164), posizione 1010. Prevista a Chamonix il 28/08 13:33
Info LiveTrail 28/08 13:27, Massimiliano (2770) e finisher. Temps : 43:26:39 , classifica 971e (96e V2 H).



mercoledì 31 agosto 2016

UTMB Finisher



Kronenbourg e smanicata for Finishers only










Gli amici - che pure sono abituati alle mie pazzie - ogni volta che parlo dell'UTMB mi guardano circospetti. "Ma sei sicuro?" "Ma te la senti?" Eppure sanno che ho fatto gare massacranti come la Marathon Des Sables e il Norseman. Ma con l'UTMB è diverso. Forse perchè tutti sanno che al via ci sono i più grandi campioni del trail running. Forse perchè sanno che anche l'ultimo dei concorrenti ha per lo meno 3 ultra trail di 100 km sulle gambe, altrimenti non può entrare. Ma forse soprattutto perchè è un Ultra Trail veloce, un trail in cui si deve correre se non si vuole incappare in qualche cancello orario. E correre per 170 km con un dislivello positivo di 10.000 metri in un tempo massimo 46 ore è un'impresa, soprattutto perchè si è al cospetto del Monte Bianco, in un clima di montagna vera.
Eppure malgrado le più catastrofiche previsioni, nessuno avrà mai idea di quanto è davvero difficile questa gara... e quanto bisogna lottare con se stessi per andare avanti. Io negli anni passati avevo già provato a farla, ma non ero mai riuscito a finire l'UTMB nel suo percorso originale e completo.

Venerdì 26 agosto ore 8.29 mi arriva il messaggio dell'organizzazione: "L'UTMB partirà alle ore 18.00 sul percorso normale". Ecco, è arrivata la conferma: l'edizione 2016 è la mia occasione di portarmi finalmente a casa l'UTMB. Sono un po' preoccupato per il caldo, in molti non sono abituati. Gli organizzatori hanno mandato avvisi a tutti i runners di stare attenti alle temperature elevate e di bere molto. Ma io mi sento comunque bene. Ho percorso l'intero tracciato per ben due volte nell'ultimo mese. So quali sono i punti critici, so dove posso far andare le gambe e dove invece devo conservare le energie.

26/08/2016 ore 16.00, sono già alla partenza, mancano due ore allo start ma mi voglio godere l'atmosfera di festa che anima tutta Chamonix. Anche la tensione sulle facce dei partenti vale il prezzo del biglietto! I bravissimi speakers incitano in tante lingue e vengono anche ricordate le nostre vittime del terremoto.

Alle 18 sulle note di Vangelis viene dato il via. Ho una favorevole posizione avanzata che mi permette di accodarmi alle gazzelle top runners e uscire rapidamente da Chamonix. Sono euforico e dispenso il 5 a mano aperta. Mi lascio trasportare ad un ritmo decisamente alto per me. Ovvio, è solo la mia percezione perchè io per le gare importanti non porto mai un cronometro, ma uso solo il mio  piccolo Swatch. Tanto, cancelli orari a parte, tutto il resto conta poco. Bisogna far andare le gambe e basta. E il percorso lo conosco a memoria.

Arrivo a Les Houches e solo dopo il paese, quando comincia la salita sterrata, tiro fuori i bastoncini. Salgo al ritmo testato durante la ricognizione di alcune settimane prima e riesco - come nella migliore delle ipotesi -  a fare tutta la discesa fino a Saint Gervais senza la frontale. Questo mi fa risparmiate tempo, ma non certo le gambe che spingono anche in discesa. E il fiatone inizia a farsi sentire.

Alle 20:49 arrivo a Saint Gervais e trovo tra il pubblico l'amico Stefano (che è stato al mio fianco nella Marathon des Sables 2010). Mi urla: "Max, io ho chiuso la TDS, ora tocca te! Fai tu il tuo dovere!". Lo rincontrerò dietro le transenne all'arrivo a Chamonix, poche parole ma sempre presente e d'aiuto!

A quel punto metto il pilota automatico per il lungo tratto di salita sempre più ripida, prima con Les Contamines e il ristoro quasi ignorato, poi su fino al Col du Bonhomme e via a sinistra sul bellissimo traverso fino al Rifugio Croix de Bonhomme che ben due volte mi aveva ospitato quest'estate. Ma che dispiacere vedere le luci del rifugio spente e solo un check-point sotto una tendina esterna!

Ma da li inizia la discesa verso  Champieux che so metterà a dura prova le mie ginocchia. Discesa secca fino al cancello delle ore 05:30. Inizialmente tirata senza rispetto per le gambe, con una seconda luce in mano in aggiunta alla frontale. Poi un concorrente mi chiede educatamente strada, mi distraggo guardando lo sponsor Valdostano sul suo zaino, metto male il piede e finisco a terra con gomitata su una roccia. Dopo il mio urlo di dolore, mi dico: "Max, non rompere, si corre con le gambe e non con i gomiti!". Metto via la seconda luce non potendola più impugnare e riparto.

Arrivo con largo anticipo al cancello orario e mi faccio cambiare le batterie della frontale allo stand della ditta produttrice. Da lì unico tratto noioso di salita su asfalto e successiva salita fino alle 5.50 del 27/08: l'alba di un nuovo giorno la vedo sul Col de la Seigne da dove si entra in Italia. Mi fermo e scatto delle foto della Valle ricoperta dalle nuvole e con il Mont Chetif che spunta come fosse un'isola. Dopo essermi fatto una bella colazione con caffelatte e due fette di crostata sul Lac Combal, salgo verso le piste da sci di Courmayeur e per le 9.58 arrivo a Dolonne: sono quasi a metà percorso. Visto il cronometro mi concedo con arroganza una doccia, mai fatta nelle edizioni precedenti, mai programmata e assolutamente inimmaginabile prima. Ma il caldo è tanto, e questo mi aiuterà ad affrontare meglio la giornata afosa che mi aspetta. Da Courmayeur la corsa è lunga, e una doccia mi aiuta a convincermi che tutto sta andando per il meglio.

Parto per la balconata della Val Ferret con una terza borraccia che varrà oro tra il Bertone e il Bonatti! Nel passare per Courmayeur, davanti alla Casa delle Guide lo speaker nota le mie bellissime scarpe nuove del cambio di Dolonne, fantastiche compagne! Salgo con molta più fatica del solito sul mio adorato Gran Col Ferret e per le 19.00 arrivo a La Fouly nel versante Svizzero dell'UTMB. E' un posto magico, questo: un piccolo paese immerso nel verde circondato da montagne bellissime. Eppure è proprio in questo posto meraviglioso che la maggior parte dei concorrenti si ritira. E io lo so bene! E' qui che mi gioco tutta la gara, anche perchè sta per iniziare la seconda notte e il mio corpo mi dice "basta! tutto questo non ha senso!". La mente inizia a vacillare: vuole dormire, vuole fermarsi. E io sto per entrare nel momento peggiore della gara.

La fortuna vuole che sul ponticello prima del paese vedo aggirarsi due cari amici che stanno come sempre ridendo, e malgrado dica loro che non ce la faccio più, non mi ascoltano e iniziano a spingermi dentro il ristoro. Mi rifocillano, mi fanno ridere. Ma soprattutto mi dicono "guarda che adesso andiamo a Champex ad aspettarti! Quindi non rompere e muoviti". Hanno ragione: voglio con tutto me stesso continuare. Adesso ho l'opportunità di finire l'UTMB nel suo percorso completo .... e allora via verso Champex!

La notte diventa nera all'improvviso. Un temporale estivo mi prende mentre sto salendo gli ultimi chilometri per arrivare a Champex. E il caldo infernale del giorno si trasforma in freddo intenso. Arrivo alle 22:49 a Champex: inutile dirvi che i due amici di prima sono lì in mezzo alla notte, infreddoliti come me e bagnati come pulcini. Ma sono lì per me. E questo è il migliore tonico che mi possa  prendere.
Dopo aver mangiato un pochino, affronto la prossima tappa: la difficile salita di Bovine e la ancora più difficile discesa verso Trient. Ma se a La Fouly ero messo proprio male, qui succede il miracolo e mi ritornano le forze per incrementare il passo, e Chamonix si avvicina sempre di più. Devo stingere i denti, faccio un paio di calcoli: ho un ampio margine sul prossimo cancello orario, e così arrivato a Trient decido di concedermi 45 minuti di sonno nel confortevole stanzone dell'organizzazione. Di nuovo, sosta di lusso non programmata assolutamente, ma di una potenza immane nel trasmettere fiducia in me stesso.

Mi sveglio: mi sento rinato. Esco nel freddo della notte per affrontare una nuova parte del percorso, la salita che da Trient porta a Catogne. E chi mi trovo fuori dal ristoro di Trient? I due amici pazzi che non chiudono occhio da due notti, ma sono lì a fare colazione e casino con i volontari. Una risata, un abbraccio e via verso Catogne e poi Vallorcine.

A Vallorcine l'apoteosi. Avevo già optato, fatte le dovute considerazioni, per uno zaino essenziale da 5 litri in partenza, ma a quel punto tolgo qualsiasi cosa in eccesso rispetto al materiale obbligatorio. Splende il sole, mancano solo 19 km, sono quelli più tecnici in salita e quelli più impietosi con piedi e ginocchia nella discesa verso Chamonix.

Esco ad un ritmo buono per un trail corto di 19 km, come se fossi appena partito, spingo fino all'attacco della salita dove passo uno degli ultimi cancelli orari, inizio la salita spingendo e passando uno dopo l'altro molti concorrenti: i numeri diranno poi 166 sorpassi effettuati. Mi sento come se facessi  un 10.000 in pista con concorrenti più lenti. Ne punto uno, lo passo, ne punto un altro e lo passo, meglio che alle giostre! Ad un certo punto, conoscendomi, mi dico che i tempi di recupero sarebbero raddoppiati con quella condotta di gara insensata, ma mi stavo divertendo come un bambino e Chamonix si avvicinava sempre di più! In discesa le piante dei piedi implorano di rallentare ad ogni sasso e ad ogni radice, ma ormai non sento più niente, vedo solo il traguardo che si avvicna!

Entro a Chamonix, una bolgia infernale di tifo, e il passo si fa ancora più veloce, gomiti alti, allungo le falcate, mi sento benissimo: spettacolo! Taglio il traguardo e chiedo la mia quinta Kronenbourg e la mia quinta smanicata: 2008, 2010, 2012, 2014, 2016. Sono finisher, tempo 43 ore 26:39. Posizione: 971esimo



© UTMB® - photo : Franck Oddoux

© UTMB® - photo : Pascal Tournaire

© UTMB® - photo : Pascal Tournaire



© UTMB® - photo : Pascal Tournaire

© UTMB® - photo : Pascal Tournaire