mercoledì 13 giugno 2018

Dolomiten ohne Grenzen, das Dorf der Drei Zinnen





La montagna non può essere solo un luogo di svago e sport. La montagna deve essere un bene da salvaguardare e valorizzare. Ma può e deve essere anche una fonte di ispirazione e riflessione su sé stessi e il mondo. Sabato 9 giugno. Sono le 5.00 del mattino e sono questi i pensieri che mi passano per la testa mentre cammino su un sentiero assieme a Reinhold Messner, la leggenda vivente dell'alpinismo che proprio quest'anno celebra il 40esimo anniversario della sua impresa più famosa: la prima volta che un uomo riuscì a scalare l'Everest senza ossigeno.



Ma Messner - da vero uomo di montagna - non è tipo da indugiare nelle celebrazioni delle imprese passate. Lui va dritto, pensando al futuro e ai nuovi progetti. Ed è per questo che siamo qui all'alba in questo sentiero assieme a lui. Siamo una delegazione amanti della montagna che tra poco arriveranno a Forcella Frugnoni. Nel luogo che segna l'incontro tra il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Sud Tirolo e dove verrà posta una stele che dà ufficialmente il via al progetto Dolomiti senza confini. https://www.dolomitisenzaconfini.eu/it/ 

Dolomiti senza Confini è infatti il nome di un percorso di oltre 100 chilometri in alta quota che combina trekking e arrampicata sulle vie ferrate. Un itinerario transfrontaliero che parte da Belluno e, attraversando le Tre Cime di Lavaredo, arriva fino a Sesto per poi spingersi fino a Kartitsch nel Tirolo orientale. Una vera e propria Alta Via dolomitica che segna una nuova tappa nello sviluppo dei percorsi di montagna perché concatena sentieri escursionistici facili con percorsi attrezzati di alto valore alpinistico. Il lungo il percorso può essere suddiviso in 9 tappe https://www.dolomitisenzaconfini.eu/it/tappe-e-vie-ferrate/ che attraversano le più belle montagne delle Dolomiti: dalle Tre Cime al Popera, dal Paterno alla Croda dei Toni, dalla Croda Rossa a Cima Vallona.

Ma Dolomiti senza confini è molto di più di un itinerario turistico o di un percorso alpinistico. E' il sogno di una montagna senza frontiere dove gli uomini possono incontrarsi senza barriere che li dividono. E proprio per questo che la cerimonia di inaugurazione – dopo lo svelamento della stele – si sposta a Passo Monte Croce di Comelico. Qui nella prima guerra mondiale c'era il confine tra l'Italia e l'Impero Austro-Ungarico. Sui pendii di queste montagne, cent'anni fa migliaia di uomini sono morti a causa di una guerra assurda voluta dai potenti, ma pagata col sangue dei poveri. Uomini, spesso poco più che ragazzi, costretti da ordini insensati a combattere su queste montagne che ancora oggi mostrano l'orrore delle trincee, del filo spianato e dei bunker ad alta quota.
Oggi invece a Passo Monte Croce risuonano solo parole di pace e speranza  "La bellezza e la forza delle Dolomiti" dice Messner dal palco "sta nel fatto che oggi non dividono più i popoli, ma li uniscono"  "Le Dolomiti – continua Messner - permettono di radicare le nostre vite a questi luoghi e allo stesso tempo ci fanno accettare gli altri. Oggi per poter stare insieme in Europa serve soprattutto empatia. Empatia tra tutti i popoli europei, ma anche empatia con coloro che fuggono da guerre o da situazioni economiche drammatiche"  Un messaggio forte di solidarietà, un appello a lasciare da parte gli egoismi che si scontra però con la tragica realtà di oggi in cui come ricorda Messner "Venti nazionalisti stanno riemergendo in varie zone d'Europa, Italia compresa, come un pericoloso retaggio del passato". La speranza è che il progetto Dolomiti Senza Confini possa davvero essere un luogo d'incontro tra persone, un itinerario di pace e di fratellanza sui sentieri che sono stati drammatici percorsi di guerra.



domenica 3 giugno 2018

TCE, Traversata Colli Euganei 2018 - mio articolo pubblicato su Spirito Trail, Maggio 2018





Sul numero di Maggio 2018, Spirito Trail https://www.spiritotrail.it/ ha pubblicato un mio articolo scritto dopo aver concluso con soddisfazione l'edizione 2018 del Trail "Traversata dei Colli Euganei": TCE.


Buona lettura






venerdì 1 giugno 2018

Parlano di noi: SpiritoTrail, edizione Maggio 2018, Iditarod Trail Invitational ITI130











Sull'edizione di Maggio di Spirito Trail https://www.spiritotrail.it/ è stato pubblicato un articolo del mio caro amico Stefano Calvi sulla mia partecipazione all'Iditarod Trail Invitational ITI130 di Febbraio 2018.






Riporto sotto un estratto delle quattro pagine.






Buona lettura















martedì 8 maggio 2018

A scuola di Trail con Salomon: How to Trail Run


Chi fa trail è di solito uno spirito libero che ama andare per i monti ed è alquanto restio a tabelle o a sistemi codificati di allenamento.
Chi poi, come me, ha iniziato a fare trail oltre 15 anni fa… ha imparato sulle proprie caviglie e ginocchia i segreti su come si affrontano salite, discese e veri sentieri. Ma oggi il trail running è diventato uno sport ad altissimo valore agonistico e sempre di più si stanno affinando le tecniche di allenamento per affrontare al meglio la corsa in montagna.
Tra questi tipi di allenamento, mi piacciono molto i training funzionali, perché vanno ad operare sulla parte dell'attività fisica che richiede skills che non vengono allenati con la sola corsa. In questo tipo di allenamenti, ho la sensazione di imparare sempre cose nuove e mi sento "bene" fisicamente il giorno dopo perché sento davvero di aver integrato la mia attività quotidiana di corsa con un qualcosa di valore aggiunto.

Quando pochi giorni fa ho partecipato all'invito di Salomon https://www.salomon.com/it/  la celeberrima azienda francese pioniera nel trail running,  a partecipare ad un allenamento collettivo di "how to trail run" https://howtotrailrun.salomon.com/it/city/milano
ovvero ad una lezione sulle tecniche di corsa in montagna o off-road l'ho fatto onestamente con un po' di supponenza. Perché, dopo tanti anni, penso di saperne abbastanza sull'argomento. E invece: sorpresa! Allenamento tosto e tanti consigli tecnici portati a casa!


Arrivato sul luogo del ritrovo del gruppo mi sono subito imbattuto in una allegra atmosfera dove accanto a veri e propri neofiti del trail si aggiravano campioni come Giulio Ornati, miglior italiano al traguardo di UTMB 2017, sicuramente uno tra i più grandi atleti in questo momenti in Italia, Riccardo Borgialli, fortissimo ultra-trailer azzurro anche lui "ambassador" di Salomon Italia e Andrea Rota la grande speranza del trail italiano nonché il più giovane atleta (nemmeno 18 anni) del team.
I gruppi di runners vengono divisi per obiettivi chilometrici e per velocità e affidati a ben diversi pacer/allenatori e via che si parte per il parco. Subito dai primi chilometri la mia diffidenza, lascia spazio ad un reale interessamento. Primo perché prima di partire è stata data la possibilità di indossare vari modelli di scarpe Salomon con cui fare l'allenamento. Per cui inizio subito a concentrarmi sul modello che ho ai piedi.
Poi perché spronato dagli allenatori mi sono messo a fare varie prove di tecnica di corsa. E a mettere in pratica i consigli tecnici su come affrontare le salite provando a scalare la curva parabolica dell'autodromo di Monza.. sembra facile detta così vero? Credetemi non lo è! E devo confessare che mi sono divertito come un bambino! Ma attenzione!! Quello proposto dal team Salomon è un allenamento impegnativo! Da non sottovalutare soprattutto se il giorno dopo si ha in previsione una gara.
Ma malgrado questo mio consiglio, io per primo mi son fatto contagiare dall'entusiasmo dei coach Salomon e da tutti gli allegri e motivati partecipanti e … il giorno dopo confesso di averlo pagato un pochino in gara!
Aneddoto da raccontare: ad un certo punto ho iniziato a capire che stavo dando troppo e quindi ho rallentato il passo. Giusto il tempo di prendere fiato e mi sento un "toc toc" sulla spalla e una vocina che dice: "se non tieni il peso sull'avampiede, ne risente la velocità e rischi un mal di schiena". Non ci potevo credere! La prima reazione voleva essere una cosa tipo "lei non sa chi sono io!", ma tempo un nanosecondo e mi sono detto "wow che velocità di reazione, mi ha beccato subito, e ha ragione, ma chi è questa qua?". Un BRAVO ad Elena, una dei coach che assieme agli altri hanno per tutto il tempo sostenuto i partecipanti, dando ad ognuno un consiglio, una dritta su come correre meglio.
Insomma il progetto "How to trail run" è davvero un momento molto utile per imparare (o ricordare) che cosa significa correre bene tecnicamente
(ad esempio: come tenere la postura corretta, quando aumentare la falcata oppure quando è utile accorciare il passo). E correre bene significa non solo prevenire gli infortuni ma correre in modo più efficiente (facendo meno fatica e recuperando meglio le forze)
Concludendo, anche se pensate di sapere "how to trail run" vi invito a partecipare ai prossimi appuntamenti (che anch'io cercherò di non perdermi!) perché davvero ne vale la pena e sono completamente gratis! Qualcos'altro che vale la pena fare, è non scappar via subito, ma partecipare alla sessione di stretching post-corsa. Ti rimette davvero a posto dopo lo sforzo. Qui trovate le città dove è operative la community e i prossimi appuntamenti https://howtotrailrun.salomon.com/it/city/milano