Prima assoluta per un Ultra Trail che avrà un futuro.
“In un corridoio largo venti chilometri passavano tutte le comunicazioni tra il nord e il sud del Paese. Gli amanti dei cliché lo definivano imbuto, spina dorsale, collo di bottiglia. Milioni di italiani, oltre i vetri di un’auto o di un treno, avevano visto scorrere quel paesaggio, fiumi e vallate, senza sapere come chiamarli e quali storie potessero contenere” “Il sentiero degli dei”, Wu Ming 2.
Avevo già sentito raccontare della via che univa Bologna a Firenze, avevo sentito di un libro “Il sentiero degli dei” di Wu Ming 2, avevo sentito parlare della “Flaminia militare”.
Quando sono venuto a conoscenza che si stava organizzando l’Ultra Trail Via degli Dei, UTVdD, http://www. ultratrailviadeglidei.com/ contatti , non ho resistito e ho deciso che avrei voluto essere al via a Bologna e che avrei faticato tutto quello che serviva per raggiungere Fiesole!
Ottima scelta della data di partenza, un lungo week-end che avrebbe permesso di correre un Ultra Trail senza essere obbligati a prendere un giorno di ferie. Ottima scelta della data, perché le probabilità di bel tempo erano sicuramente alte e le aspettative non sono state tradite.
Bologna accoglie i partecipanti come solo lei sa fare. Bologna è una città “ricca di giovani”, bella, bellissima. Una città in cui si respira vitalità e integrazione e dove l’arte e la cultura ti avvolgono.
In cinque minuti, ovviamente a piedi, raggiungiamo dalla Stazione il luogo dove si ritirano i pettorali. Il luogo è il il Dynamo, la velostazione di Bologna. un posticino centralissimo ma che può facilmente sfuggire all’occhio del turista https://dynamo.bo.it/ Con le sue alte volte e con vecchie bici alle pareti ospita un bar e una ciclo-officina che ripara e vende bici nuove e usate, per ogni portafoglio, non solo le lucidatissime biciclette che ormai affollano i negozi dei centri delle grandi città.
La consegna pettorali avviene ordinatamente, con una piacevole musica appena accennata in sottofondo, proveniente dal bar accanto che gentilmente ospita nei propri tavolini i partenti impegnati nelle ultime messe a punto dei loro zaini. Gestione borse, per la tappa di metà percorso e per l’arrivo a Fiesole, fatta con sorrisi che mettono tutti a proprio agio.
Nonostante mancano poco più di due ore alla partenza, non posso evitare un ricco piatto di tortellini, anche qui sorrisi di soddisfazione che questa città ospitale regala a piene mani.
In partenza foto di rito tra amici e stavolta anche top runner con i quali ho condiviso avventure lontane. Top runners che seguo subito dopo la partenza, lungo Via Indipendenza e che mi risucchiano ad un ritmo non mio dietro la telecamera della TV che anticipa i primi tre… è cosí che finisco sul Resto del Carlino accanto ad atleti ben più blasonati (eh si quello in mezzo sono io! Alla mia destra Gianluca Di Meo con cui ho corso la Rovaniemi 150 e con cui il prossimo anno volerò verso l’Alaska, e alla mia sinistra Alex Rubensteiner che alla fine sarà il primo ad arrivare a Fiesole vincendo questa edizione dell’Ultra Trail in soli 14 ore e 41 minut!).
Dopo essersi inerpicati su per San Luca, la Chiesa che domina Bologna, si scende e si attraverso il Parco Talon e poi si viene avvolti dalla notte e da qualche cavalcavia di troppo dell’Autostrada. Penso a questi bellissimi Appennini che l’Alta Velocità ha deturpato e violentato, per far si che si rispamiassero soli venti minuti nella tratta tra Bologna e Firenze. Tragitto quasi per intero in galleria, perdendo di vista le meravigliose montagne e verdi vallate, dai nomi oramai sconosciuti ai più.
I volontari danno lustro all’organizzazione, sempre sorridenti ai ristori. Ristori ricchi, ma mi sorprendo di non trovare qualche specialità locale! Avendo corso l’ultimo Ultra tra i ghiacci al Circolo Polare Artico in completa autonomia, sognavo piccole scodelle fumanti di tortellini e fette di Mortadella…peccato, magari il prossimo anno (perché io l’anno prossimo ci torno) sarebbe bello trovare qualcosa di caldo. Questo diventa poi davvero importante la seconda eventuale notte per i più lenti che arrivano infreddoliti agli ultimi paio di ristoro.
A poco più di metà percorso, ci guadagnamo con fatica il check-point dislocato in un campeggio. Questo significa docce disponibili! Avevo avuto questo lusso solo all’UTMB (nella base vita di Courmayeur) e alla Diagonale des Fous (a La Reunion).Non ho resistito e ho provato il gusto di una doccia rinfrescante, grazie per averci pensato! Ma le sorprese non sono finite, due fisioterapisti (neanche a dirlo, anche loro sorridenti) a disposizione per gli atleti! E così mi sono fatto avanti e in pochi minuti son tornato fresco come alla partenza!
Sul Monte Gazzaro, dei volontari del CAI di Firenze presidiano la cima e ci chiedono di poter fare una foto con noi. Realizzo che rapito dal panorama e dalle belle persone, non avevo ancora scattato una foto (eh si, io quando “corro” di solito faccio foto) e chiedo di restituirmi il favore. Nella foto sono con Antonio, un atleta di Ostia con cui ho corso la quasi totalità dell’Ultra Trail: Antonio, nei miei momenti di dolore, colpa del mio maledetto polpaccio, con un’unica cadenza romana mi suggeriva sempre “non ce pensà!”. Cosa non di poco conto, i fisioterapisti all’arrivo ancora disponibili (e di buon umore come tutti in questo memorabile weekend) alle 4 di mattina per gli ultimi!
Altre due note tecniche, la prima che essendo stato allungato il percorso per via di una frana, i precisi organizzatori hanno allungato di qualche decina di minuti il tempo massimo. La seconda che dei 300 iscritti (poco meno alla partenza) siamo arrivati in soli 166: questo la dice lunga sulle difficoltà incontrate.
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