venerdì 23 luglio 2021

Valgrisenche "slow" estate/inverno


Le montagne sono un luogo prezioso, ma fragile. Vanno percorse con rispetto, scoperte con lentezza e spesso con una buona dose di fatica. 
Non sono luoghi facili, anzi sono spesso impervie e pericolose. Necessitano preparazione, attenzione e studio.  In montagna, prima di ogni gita, bisogna studiare il sentiero, controllare il meteo (soprattutto ora che i cambiamenti climatici lo stanno rendendo così imprevedibile) e valutare la giusta attrezzatura e  abbigliamento. Insomma le montagne (così come il mare e tutti i luoghi naturali) richiedono tutto il nostro rispetto e la nostra concentrazione. 
Non sono posti su cui riversare i nostri egoismi, i nostri stress individuali, le nostre nevrosi. 
 
Dico questo perché negli ultimi anni le montagne sono tornate ad essere un luogo di grande affluenza turistica. 
E purtroppo si vedono molte persone approcciare le nostre vallate con l'atteggiamento arrogante tipico delle città: 
si vedono così macchine parcheggiate ovunque, persone che al posto di prestare attenzione ai sentieri stanno al telefono e via andare di questo passo. 
 
Purtroppo molti amministratori locali, rincorrendo facili guadagni, fanno ben poco per cercare di sostenere un tipo di turismo "lento" e sostenibile, ma avallano progetti bizzarri per trasformare antichi rifugi in discoteche ad alta quota o peggio propongono costruzioni di nuovi impianti e seggiovie 
per offrire ai turisti di massa "montagne senza nessuno sforzo". 
 

E' per questo che trovo doveroso segnalare quelle realtà che cercano di trovare delle nuove soluzioni per offrire un tipo di  esperienza in montagna sostenibile. 
Tra queste realtà c'è sicuramente la Proloco di Valgrisenche che per questa estate sta promuovendo il progetto #iosonovalgrisenche 
una specie di caccia al tesoro alla scoperta dei sentieri di Valgrisenche. 
 
Nel sito della proloco sono stati infatti evidenziati circa 15 sentieri che vanno dalla più semplice delle passeggiate attraverso facili sentieri alla scoperta di meravigliosi laghi e rifugi, a itinerari impegnativi dedicati agli alpinisti esperti che percorrono vie ferrate e passaggi attrezzati che richiedono esperienza e adeguato equipaggiamento. I turisti sono invitati  a percorrere questi sentieri al cui arrivo è stata posta una targhetta e farsi un selfie e postarlo sui social. Alla fine della stagione tutti coloro che hanno partecipato all'iniziativa saranno invitati ad una festa con premi a sorteggio (per chi conosce la valle sa che i premi sono sempre davvero belli!). 
 

L'idea è in pratica la versione estiva del SkiAlpXperience ideato da Matteo Alberti che, assieme alla pro loco, alcuni sponsor privati e un gruppo di appassionati scialpinisti, l'inverno scorso per cercare di incrementare lo skialp ha segnalato 6 tra i più classici itinerari di scialpinismo della zona posizionando alla meta del percorso una targa e invitando gli scialpinisti a farsi un selfie. Idea divertente per esplorare una delle area più interessanti dell'arco alpino nonché sede di una delle più prestigiose gare internazionali di scialpinismo il Tour du Rutor  
 
Scialpinismo, camminate, trekking, scalate sono tutti modi che permettono davvero di vivere completamente la montagna: i suoi colori, i suoi profumi. Nelle traversate tra le valli ci si può davvero rigenerare profondamente a patto di lasciarsi alle spalle lo stress metropolitano e le tecnologie non necessarie. Sarebbe bello che nell'approcciare la montagna le persone pensassero a come poterle lasciare quanto più intatte ad esempio usando la macchina il meno possibile o per nulla optando per mezzi di trasporto pubblici esplorando il territorio con gli occhi e il cuore, lontano dal turismo di massa e godendo in modo più lento e genuino delle nostre meravigliose montagne. There's no Planet B ricordiamocelo anche quando siamo in vacanza per piacere! 

sabato 17 luglio 2021

Un weekend da frontman in Alto Adige, parte2: Trail Running in libertà tra le Dolomiti


Il 26 giugno 2021 l'appuntamento è alle 7.30 di mattina nel piazzale della partenza della funivia del Monte Elmo a Sesto in Val Pusteria. Dopo quasi un anno e mezzo mi ritrovo con addosso un pettorale per la mia prima gara post lockdown. E' passato davvero tanto tempo da quel 1 Marzo 2020 quando ad Anchorage sono partito per la mia seconda Iditarod. Ma tra quel (non)pettorale – è un'avventura per pochissimi, per cui il pettorale è un accessorio non previsto - e questo non c'è solo una frattura temporale, c'è anche la profonda ferita che questa pandemia ha lasciato su di noi: la paura dell'incognito dei primi giorni, il rocambolesco viaggio di ritorno dall'Alaska in un Italia completamente chiusa, i giorni passati in isolamento lontano dalle persone care e dai miei amici, il mondo stravolto…

Sarà per questo che oggi al posto di pensare alla gara che mi attende, riesco solo a rimanere incantato di fronte allo spettacolo della Val Fiscalina

con la sua Croda dei Toni che si staglia all'orizzonte. Che bello poter essere di nuovo qui, tra queste valli meravigliose.

In altre occasioni sarei stato concentrato sulle operazioni pre-gara. Avrei fatto l'ultimo controllo del materiale obbligatorio, rivisto gel e le barrette da portare, ricontrollato le scarpe e i bastoncini

Stamattina invece sono talmente rilassato che quasi quasi mi dimentico che davanti a me non c'è proprio una passeggiata. Ma mi aspettano gli oltre 80km e oltre 4000 metri di dislivello positivo della Ultra Dolomites
quest'anno alla sua seconda edizione, e che la fanno essere l'ultima nata tra le gare che fanno parte della celeberrima Lavaredo Ultra Trail.

Il percorso spettacolare parte da proprio da Sesto, inoltrandosi in Val Fiscalina, da dove dopo circa una decina di chilometri si ritrova di fronte allo spettacolo imponente delle Tre Cime di Lavaredo

Arrivato al rifugio Locatelli il percorso di gara scende nella vallata dominata da un'altra cima caratteristica delle dolomiti di sesto: il monte Piana da cui si possono ammirare le Tre Cime da una prospettiva che se se possbile le rende ancora più maestose. Poi il tracciato proseguire scavallando in Veneto e attraverso la val Travenanzes e il Passo Giau arriva a Cortina, dov'è situato il traguardo.

Dopo l'arrivo, la super efficiente organizzazione ha provveduto ad allestire delle navette che riportano a Sesto i concorrenti che lì soggiornano e così mi ritrova in un autobus a ripercorrere a ritroso la strada fatta. Arrivo in albergo che ormai è molto tardi e mi butto subito a letto per una dormita colossale. La cosa che ho sempre adorato degli alberghi nel Sud Tirolo è la calda accoglienza dovuta al fatto che nella maggior parte sono alberghi a conduzione familiare, per cui l'atmosfera che si respira è quella di trovarsi davvero a casa.

L' Hotel Royal dove mi trovo è proprio un ottimo esempio di questa straordinaria ospitalità e quando mi sveglio mi ritrovo subito con le gambe sotto il tavolo per una straordinaria colazione fatta di ottimi prodotti locali come marmellate, miele, yogurt, succo di mela e pasticceria varia.

Il recupero post-gara è davvero piacevole perché malgrado la stanchezza e la fatica del giorno prima non riesco a contenere la felicità di essere di nuovo in Alto Adige, per questo primo viaggio dopo le limitazioni per il virus. Faccio una bella passeggiata defaticante immerso nella bellezza del Parco Naturale Tre Cime, che dal 2009 è parte del Patrimonio Naturale dell'Umanità UNESCO e che si trova tra i comuni si Sesto, San Candido e Dobbiaco. Un vero e proprio paradiso per escursioni (dalle più impegnative a quelle per tutta la famiglia), scalate e arrampicate in falesie straordinarie.

Prima di ripartire per Milano, mi concedo un pranzo al Bistro Bergsteiger. Situato in piena Val Fiscalina, di fronte alla spettacolare Cima 12, il bistro ha una struttura progettata per essere il più discreta possibile, in modo tale da non impattare il magnifico paesaggio montano. E qui, gambe di nuovo sotto il tavolo, gusto un'altra meravigliosa tappa nel mio percorso di recupero post gara: il pranzo!

sabato 3 luglio 2021

Un weekend da frontman in Alto Adige, parte 1: climbing in Val di Landro


Il 9 marzo 2020 quando tutta l'Italia entrò ufficialmente in lockdown, io mi trovavo letteralmente dall'altra parte del mondo, appena arrivato ad Anchorage in Alaska dopo aver percorso oltre 200km dell'Iditarod Trail in autonomia in uno degli inverni più terribili degli ultimi anni con temperature ben al di sotto dei 50°. E' passato più di un anno da allora. E finalmente ora nell'ultimo weekend di fine giugno 2021 mi ritrovo alla vigilia della mia prima gara post-pandemia: l'Ultradolomites di 80km.   

Mi sembra già un vero e proprio miracolo essere riuscito a tornare in Alto Adige / Suedtirol e in tutta onestà non riesco a trovare in me nessuna ansia agonistica, ma solo la gioia profonda di essere di nuovo tra queste montagne. E allora al posto di fare la solita corsetta defaticante pre-gara, ho deciso di approfittare di queste meravigliose montagne e concedermi un bellissimo pomeriggio di arrampicata nella palestra di Roccia Landro con la guida Alpina Daniel Rogger.

Daniel non è solo una guida straordinaria che conosce ogni angolo di queste montagne dalla bellezza unica, ma è anche l'autore di una eccellente guida Dolomiti senza confini, (Edizioni Versante Sud, 2020) in cui descrive quello straordinario percorso inaugurato nel 2018 da Reinhold Messner e Fausto De Stefani, progetto di cui ho avuto l'onore di vedere la nascita (https://maxmartaoutdoor.blogspot.com/2018/06/dolomiten-ohne-grenzen-das-dorf-der.html)    

La falesia di Landro ha un accesso facilissimo con un comodo parcheggio ai bordi della statale Alemagna, poco dopo il Lago di Landro. La parete esposta ad est, si presenta subito in tutta la sua bellezza aprendosi ad anfiteatro in messo al bosco. La vicinanza del bosco la rendono piacevolmente fresca anche nelle giornate di gran caldo e uno strategico tettuccio sopra i tiri, ci consente di scalare anche se ad un certo punto arriva il classico temporale estivo. La roccia di questa falesia è la dolomia che garantisce delle prese "fotoniche". La parete rapisce lo sguardo, verticale o leggermente strapiombante e il grado di difficoltà delle oltre 50 vie va da 4b a 8b, di cui la maggior tra 6a e 7b, una scelta davvero ampia che fa la felicità sia dei principianti che dei più esperti.

  

Daniel si informa sulle mie capacità e mi propone di iniziare per "grado" inizio da primo su una via alla sinistra del sentiero landroverschneidung 5a, mi studia, mi valuta e poi mi suggerisce un upgrade sulla seconda via hakenflut 5b. Devo dire che le mie nuove scarpette LaSportiva "Finale"  mi supportano su ogni piccolo appoggio perfettamente in linea con le aspettative.

Poi, con un entusiasmo non prevedibile in una Guida Alpina dal simile profilo, ma guidato dalla preoccupazione crescente che la mattina dopo sarei dovuto partire per gli 80km dell'UltraDolomites, mi monta lui le successive due vie: fuer Elise 5b e die longweilige 6a. Salgo comunque da primo ma senza il peso dei rinvii sull'imbrago. Certo a quel punto anche nella mia testa suonavano i campanelli d'allarme per l'Ultra Trail in partenza!

Daniel è anche uno degli ideatori del Dolorock Climbing Festival 2021, il meeting di arrampicata che si svolge nelle Dolomiti tra Sesto e la Val di Landro. L'evento è arrivato alla sua ottava edizione, ma quest'anno per rispettare le norme anti COVID-19, si svolgerà in una versione alternativa. Infatti se negli anni scorsi il meeting di arrampicata era concentrato in un unico weekend di maggio, quest'anno per la gioia di tutti i climbers si svolgerà nell'arco di tutto il mese di luglio. I partecipanti possono scegliere liberamente il giorno per partecipare ed arrampicare, previa registrazione online su www.dolorock.com. Un'occasione unica per conoscere meglio La Valle di Landro con tutte le sue straordinarie falesie.