martedì 28 aprile 2020

UTMB2020, perché no? Pourquoi pas? Why not?




2016 UTMB Finisher Birra a Chamonix


Giorni chiusi in casa che poco a poco sono diventati settimane e adesso mesi... Ma il sogno di tornare a correre sui sentieri delle montagne non cessa. Anzi cresce ogni giorno di più.

E allora si gioca con la fantasia a "se fossi..."
Per rendere questa quarantena meno dolorosa, per volare con la mente sulle cime delle alpi.



E oggi quando la tanto sperata apertura si è per l'ennesima volta infranta nei numeri dei contagiati e nelle nuove disposizioni governative ... il mio gioco è "se fossi M.me Poletti" 


Io me la vedo Madame Poletti a scervellarsi. E penso che i miei anni di esperienza nei trail e nelle gare estreme potrebbero pure servire a tentare a trovare una soluzione. Non dico definire con certezza assoluta il modo per poter risolvere un problema, ma almeno individuare quelle che sono delle modalità già testate in giro per il mondo che potrebbero singolarmente essere d'aiuto, per poi miscelarle insieme e adattarle le une alle altre per arrivare a quella che potremmo definire un proposta.

Iniziamo con il definire il problema pricipale che si trova davanti M.me Poletti: come potrebbe UTMB 2020 (nel caso ci fossero le condizioni minime per partire) garantire la necessità di distanziamento sociale, comune alle tre nazioni attraverso le quali si snoda il trail (Francia, Italia e Svizzera nell'ordine) e le differenti regolamentazioni nazionali nelle singole tre nazioni


Incognita questa che comporta dei sotto problemi da gestire:
-Distanziamento sociale in Partenza a Chamonix
-Cambio di Regolamentazioni nazionali ai confini
-Distanziamento ai ristori
-Distanziamento alle rilevazioni dei passaggi
-Distanziamento all'arrivo


Proviamo a listare potenziali soluzioni:


Al momento la partenza è prevista per le ore 18:30 da Chamonix con la modalità Partenza in massa. La soluzione potrebbe essere partenza singola a partire dal mercoledì alle ore 18:30 ad un minuto di distanza in base al punteggio ITRA, con l'ultimo concorrente, quello più lento o meglio quello con punteggio più basso che parte alle ore 18:30 del venerdì. Questo permetterebbe la partenza di ben 2880 UTMB participants.


Il percorso potrebbe essere tenuto tutto in territorio francese. Questo eviterebbe la gestione di soluzioni tardive ricevute da Svizzera e Italia. Quale percorso? Beh io ho sperimentato nel 2012, la modifica di percorso causa "problemi al confine", in quel caso si trattava di neve. Lo stesso percorso, beh con pochi o tanti miglioramenti, potrebbe benissimo essere riproposto. Nel 2012 fummo informati il giorno prima, quest'anno si potrebbe dare informativa con forte preavviso.


Per i ristori, questo è davvero il minore dei problemi. Vista l'esperienza dei partenti, nessuno dovrebbe aver problemi a mettersi un litro d'acqua in più nello zaino (o far acqua nei torrenti) e portar con se 10/15 barrette/gel o simili.


Per la rilevazione dei passaggi, piuttosto che l'arcaico lettore di BarCode, si potrebbe avere un trasmettitore legato allo zaino e tutti potrebbero essere dovutamente seguiti. Tanto più che trattandosi di un giro circolare non dovrebbero esserci problematiche di sportività.


L'arrivo? Beh no, non vieterei la lattina di birra bevuta sui gradini della chiesa! Però giusto un minuto per la foto di rito e via! Niente doccia, niente brandine, niente massaggiatori, niente fisioterapisti, niente di niente...
  
E il gioco del "se fossi Madame Poletti" oggi mi rende questa cattivitá un po' meno pesante... forse


E voi cosa ne pensate?



Fatemi sapere, grazie!



Mie Partecipazioni:
2008 CCC Finisher
2009 UTMB DNF
2010 UTMB Finisher
2011 UTMB DNF
2012 UTMB Finisher
2013 TDS DNF
2014 TDS Finisher
2015 Tor Des Geants Finisher
2016 UTMB Finisher
2017 CCC Finisher
2018 OCC Finisher
2019 CCC Finisher

lunedì 13 aprile 2020

Memories: Norseman 2014 - Extreme Ironman in Norvegia




Oggi vorrei essere su questo ferry che mi porta al largo per poi... ecco il mio resoconto del Norseman 2014 in Norvegia 

DOPO 7 IRONMAN APPRODAI AL NORSEMAN E FU TROPPO BELLO PER TORNARE INDIETRO  

Il Norseman è un triathlon lungo estremo composto dalle consuete distanze IronMan. Si deve lottare con una frazione di Nuoto (3,8 chilometri) in un gelido fiordo norvegese in piena notte, una frazione Bici (180 chilometri) che insieme alla Maratona (ovvero 42,2 chilometri) finale fino alla vetta più alta della Norvegia raggiunge complessivi 5000 metri di dislivello .


Sicuramente posso dire che, come la Marathon des Sables e poche altre, anche il Norseman è una gara da fare una volta nella vita e basta, anzi evitatela se riuscite perché è dura, molto dura, molto più dura del previsto. I concorrenti sono stra-preparati ad affrontarla e più performanti del previsto. D’accordo, se proprio ci tenete provatela, ma poi non andate in giro a lamentarvi della sofferenza “pura e assoluta” che vi renderà comunque fieri di voi.


al ritiro pettorali

Pre imbarco

Il tuffo dal traghetto.
il salto dal traghetto


SWIM
Qualche esempio di questa sofferenza? Il tuffo. Sveglia alle 2 a.m., portare la bici in zona cambio, spogliarsi e infilarsi la parte bassa della muta, salire a bordo del traghetto entro le 4 a.m. Il traghetto va, ci si infila tutta la muta, vaselina a manate ovunque, cuffia doppia in neoprene, cuffia gialla ufficiale, occhialini sopra per poterli sistemare se qualcosa andava storto in gara (ed è servito). Il battello si ferma, apre sollevandola la parte anteriore, i concorrenti si ammassano a prua (se ne vedono un paio sgattaiolare verso le “chicken exits” laterali), si salta pressati come parà nel vento.
Io tengo con le due mani gli occhialini e scendo a candela, giù nell’acqua che sembra olio, olio freddo, che toglie ogni attrito, che ti lascia scendere veloce, con il torpore dato dal sonno, dato dal buio, dagli occhi chiusi, dal freddo. Neanche in sogno. Neanche in un incubo. Scendevo veloce in un olio freddo e buio. Non reagivo. Attimi infiniti. “Ok ora falla finita”, “Max metti le gambe”, “Max batti le gambe”, “Max rispondi”. Reagisco, interrompo la discesa e inizio a risalire. Salendo nel buio sento sempre più nitidi dei rumori, sempre più forti… si stanno tuffando gli altr. E poi via con gli esercizi di riscaldamento!




T1 grazie Mister

Mi hanno chiesto del freddo in acqua. Ho risposto: “Il freddo? Ma quello è stato il problema minore”. Il peggio è stata la paura nei mesi pre-gara. Poi una volta saltato dal traghetto e dovendo gestire onde e corrente e forte ritardo in partenza, al freddo non ho dedicato neanche un pensiero. Le energie erano limitate, e dovevano essere concentrate per gestire i problemi incombenti.

Ristoro

Panorama in salita

Meteo sull'altipiano

L'altipiano 

Tratto di sterrato 


BIKE
Vogliamo parlare della bici? I 2.000 metri di dislivello nei primi 40 km, una salita con pendenza a doppia cifra e velocità a cifra singola, mi hanno fatto sognare il rampichino della MTB mentre i muscoli delle gambe erano in fiamme e mi ripetevo: “Mai, non hai mai messo i piedi a terra, non farlo ora, non farlo ora, dai che la salita finisce, e se non finisce te la pedali tutta!”. Poi nella “terra di mezzo” iniziando a riflettere su come impostare la corsa, mentre pensavo di avere la parte del corpo a contatto con la sella completamente spellata dopo 10 ore (a confronto con le 5h44’ di Klagenfurt, sempre sulla distanza dei 180 km, scoppiavo a ridere pensando: “Arrivaci in T2…”).
Il T2 (zona cambio dalla bici alla corsa)? Uno dei regali più belli che mi potessero fare. Ste si avvicina come un bambino che ne ha combinata una grossa, mi guarda e mi dice: “Te lo devo dire, ci siamo presi una penalità e la devi scontare tu, abbiamo oltrepassato con le ruote di sinistra (ndr della macchina d'appoggio obbligatoria) il centro della carreggiata mentre ti chiedevamo del cambio borraccia. Un giudice ci ha visto e ti ha dato 5 minuti di stop”. Spettacolo, mi siedo sorridendo e inizio a togliermi gli abiti bagnati. Vengo aggredito da un giudice, che mi dice che sto scontando una penalità e che devo farlo fermo, senza spogliarmi! Mentre pedalavo, gli 11 gradi di temperatura sotto la pioggia non erano sembrati tanto freddi come da seduto e fermo. Bene così, mi è solo servito per caricarmi come una fionda.


Uscita da T2






RUN
La corsa? Ricordo la faccia di chi sorpreso dal ritmo che tenevo e dalla concentrazione che mi imponevo per provare a raggiungere il tempo limite al km 32,5…cosa volete che mi sia costato provarci!?! E anche la faccia di Ste che sembrava dire “Nella corsa l’ho allenato io, e ad aprile gli ho fatto fare il p.b. a 50 anni suonati!”.

Poi finalmente, dopo 18 ore, l’arrivo. Il viaggio verso il campeggio. La cena apparecchiata su una sedia. La doccia rapida al buio, e alle 2 a.m. chiuse le 24 ore, a letto!