Ormai arrivato a Primavera: ho deciso di alzare un po’
l’asticella delle mie passeggiate di scialpinismo.
E come obiettivo mi sono messo quello di avvicinarmi con rispetto quanto più possibile ad un 4000m. Sul Gran
Paradiso con gli sci ne avevo sentite tante (anche da diverse guide alpine) e
ne avevo letto molto: quale fosse la stagione migliore per andarci e se
salire dal rifugio Chabod oppure dal rifugio Vittorio Emanuele. Opinioni non
sempre convergenti. E poi, dopo che mi è saltato il weekend di Pasqua al mare,
mi sono detto "perché non andare a vedere da vicino?"
E così mi sono organizzato: e ho scelto la via che va da
Pont al Vittorio Emanuele. Il rifugio è già aperto per la stagione primaverile
e ho trovato un letto nella camerata con mezza pensione a 30 euro.
Sabato mattina sveglia con comodo e solita strada statale verso Aosta, ma poi
da Arvier stavolta verso Valsavaranche e non Rhemes Notre Dame. In fondo alla valle la strada finisce
dove inizia la pista di fondo di Pont e li si parcheggia. Si percorre un traverso a tagliare la
pista di fondo e subito su attraverso il bosco. Dislivello notevole per cui
metto i coltelli. Si incontrano persone con ciaspole e/o ramponcini che tornano
indietro insicure. Ad un certo punto realizzo che uno sci non ha più presa e
vedo che il perno di aggancio del rampone agli attacchi si era divelto e
ovviamente sulla massima pendenza!
Risolvo indossando i
ramponcini per un centinaio di metri di dislivello, si forse eccessivo ma
volevo anche testare la mia capacità di “problem solving”. Ben presto inforco
di nuovo gli sci essendo le soli pelli più che sufficienti per arrivare al
Rifugio. Avendo molto tempo a disposizione, l’intenzione è quella di pernottare
al Vittorio Emanuele e ripartire solo dopo la colazione, ammiro il panorama
mozzafiato con La Tresenta (3609m) e il Cianforon (3640m) che la fanno da
padroni e scatto alcune foto.
Solita ottima atmosfera al Rifugio, il gestore che mi recupera un coltello
con promessa di restituzione immediata il giorno dopo (cosa che ovviamente
faccio quando saldo il conto!), cena alle sette e palpebra che cala poco dopo.
La mattina di Pasqua, poco prima delle sei (nonostante il cambio orario
solare/legale) il solito trambusto dice che è ora di colazione e di avviarsi!
La traccia dei primi è nitida e i gruppetti davanti e dietro numerosi:
italiani non tanti, anzi pochini, ma molti tedeschi, francesi, austriaci e
spagnoli, ops catalani!
Prima sorpresa che
tradisce quasi tutti è una temperatura supposta più mite del previsto per cui
poco dopo fan tutti una pausa per alleggerirsi…sarebbe stato meglio essere
pazienti: dopo la prima rampa la temperatura crolla e impone una seconda pausa
per ricoprirsi! La montagna incute rispetto, ancora il sole non illumina la
salita, anzi non si incontrerà fin oltre i 3500m. La salita non é in un
paesaggio incantato come per l’Entrelor o per il Sigaro o per l’Arp Vieille, ma
le pareti sono più scure e ripide, si capisce che qui si fa sul serio.
Le previsioni Meteo
non erano delle migliori. Il meraviglioso cielo azzurro del giorno prima
avrebbe dovuto lasciar spazio a “pioggia e nebbia” per le 12. Visti i nuvoloni
che si addensavano e considerando che non si voleva passare un’altra notte al
Rifugio, raggiunti i 3500m, soddisfatti dell’esperienza sia io che molti, tanti
altri senza distinzioni di nazionalità, siamo tornati indietro. Beh la sciata è
stata spettacolare, non difficile e di massima soddisfazione. Certo che anche in discesa l’attenzione alla traccia è dovuta essere
esponenzialmente maggiore che in tutte le altre scialpinistiche vista
l’oggettiva situazione di pericolo e l’avversità al rischio!
Giunti al Rifugio, pausa caffè e recupero del sacco a pelo lasciato lì per
ridurre il peso e poi…sbaglio da manuale? Anziché scendere direttamente a Pont,
avevo sentito di una nettamente più lunga ma piacevolmente sciabile traccia che
obbligava a risalire due/trecento metri ma poi dopo essere rimasti a quota 3000m,
sotto La Tresenta e il Cianforon, in direzione Grand Etret, si poteva godere di
una piacevole sciata. Insomma, la regola è quella di studiarli bene prima i
percorsi e purtroppo a causa di un qualche errore di valutazione, mi son
trovato con altri tre sciatori a tagliare di netto la valle e ad affrontare
situazioni non piacevoli. Poi raggiunto comunque il torrente, allora si che la
sciata è stata piacevole fino a Pont. Vi allego la traccia (la terza) da non
seguire, bisogna spingersi molto più a fondo nella valle.
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