Il 20 febbraio vado in Alaska per partecipare all'Iditarod Trail Invitational (ITI 130). Detta così sembra un classico ultra-trail. Ma ad analizzarla bene la faccenda non è poi così semplice. Primo perché 130 sono la distanza da percorrere in miglia (vale a dire quasi 210km). Poi perché si corre in totale autonomia nell'immensa e selvaggia natura dell'Alaska.E infine perché si gareggia in pieno inverno quando le giornate durano poche ore e le temperature possono raggiungere facilmente i -40.
ITI130 fa parte di quel particolare circuito di gare "extreme" che va sotto il nome di Arctic Winter Races: ovvero ultra-trail estremi che si svolgono in pieno inverno in zone dell'Artico o del Polo, dove le temperature sono tra le più basse del pianeta. Nel caso dell'Iditarod, si parte da Anchorage, la città più grande dell'Alaska e prosegue in direzione di Nome, cittadina che si trova a 1000 miglia di distanza e che si affaccia sullo Stretto di Bering.
Per essere ammessi a questa gara bisogna essersi guadagnati sul campo un Curriculum "estremo". Io – ad esempio – sono riuscito ad accedere solo dopo aver fatto la Rovaniemi 150 (link) in Lapponia (Finlandia) nel febbraio 2017. A sua volta per poter accedere alla Rovaniemi avevo dovuto presentare un CV sportivo dove risultavo finisher in gare come UTMB, Marathon des Sable, Diagonal des Fous e altre. A dire il vero, sono ben 10 anni che mi preparo a questa gara. Ho conservato una mail che il mio amico FrankofOld mi inviò nel 2007 in cui mi spiegava cosa bisognava fare per essere ammessi all'Iditarod.
Ma ricordi personali a parte, torniamo al presente dell'Iditarod. Chi decide di partecipare all'Iditarod e più in generale alle Artic Winter Races può gareggiare:
1.) a piedi (trainando una slitta con tutto il necessario alla sopravvivenza)
2.) in bici, per essere più precisi con una Fat-Bike, ovvero una bici specifica per neve e ghiaccio, oppure
3.) con gli sci.
Ma si deve dichiarare alla partenza come s'intende gareggiare e non è possibile cambiare durante il percorso. E la scelta – vi assicuro – non è affatto facile perché ognuna di queste tre possibilità ha i suoi vantaggi e svantaggi a seconda delle condizioni meteo (quantità di neve, presenza di ghiaccio, vento) e a seconda del tipo di percorso (dislivello, presenza di fiumi, laghi).
Anche le distanze nell'Iditarod sono diverse:
a.) la gara più breve è quella da 130 miglia e rappresenta il primo passo per potersi iscrivere alle distanze successive;
b.) La gara media 350 miglia
c.) E infine la versione originale, la mitica 1000 miglia. Questa è la versione ha ispirato film e racconti, avendo origina da un fatto di cronaca risalente al 1925, quando a seguito di un epidemia di difterite scoppiata nella città di Nome, un gruppo di volontari partì da Anchorage con le tradizionali slitte trainate dai cani per potere il vaccino necessario. Un'impresa mitica che è rimasta tra le gesta più famose della storia degli Stati Uniti.
Le distanze sono ovviamente puramente indicative perché a differenza dei nostri Trail (sempre balissati e segnati), qui il percorso non è tracciato in alcun modo.
Esiste un punto di Partenza e un punto di Arrivo. E tra questi ci sono dei Check Points intermedi dove bisogna registrare il proprio passaggio. Ma per il resto il percorso viene dettato dalla bussola e dalle condizioni del terreno. E visto che spesso si devono percorrere immensi laghi ghiacciati, vi lascio immaginare quanto può cambiare il tracciato nel caso in cui il giaccio dovesse in qualche modo non essere abbastanza solido…
Nessun commento:
Posta un commento